lunedì 15 agosto 2016

L' ANTIDOPING È UNA FORMA DI DOPING DI STATO…



Sono ancora in corso le olimpiadi di Rio 2016 e spesso si sente parlare di doping. Si sente spesso insinuare che alcuni atleti sarebbero “puliti” mentre altri sarebbero dopati.

In realtà TUTTI si dopano. TUTTI gli atleti di TUTTE le nazioni, Italia compresa.
Credo infatti di parlare ad una platea di adulti e non mi sembra il caso di prenderci in giro con delle favolette dai buoni sentimenti tipiche del capitalismo.
Non esistono infatti le cosiddette “favole dello sport” dove atleti cosiddetti “puliti” vincono realizzando un “sogno”, che spesso e volentieri è il sogno della nazione che rappresentano e non il proprio personale.
E questa realtà, ripeto, non riguarda una sola nazione o poche altre nazioni, ma tutte. Prendersela con determinati atleti e determinati paesi ha solo lo scopo di perpetrare finalità e scopi politici, entrambe cose che dovrebbero esulare dal mondo dello sport.
Che Putin utilizzi lo sport per creare consenso all'interno della Federazione Russa è evidente. Ma tutto ciò lo fanno anche gli Stati Uniti, che “santificano” i loro beniamini medagliati ritenuti “puliti” ma in realtà dopatissimi come per esempio “l'osannatissimo” Carl Lewis, sempre con lo scopo di creare consenso all'interno della propria nazione.


 
E purtroppo tutto ciò lo facciamo anche noi italiani. Basti citare l'esempio di Renzi che, prima, mette pressione alla campionessa di fioretto Fiamingo mandandole diversi SMS la notte prima della gara per imporle di vincere l'oro, visto che l'indomani andrà ad assistere proprio a quell'incontro di scherma, e, dopo, da il “passaggio” “all'infortunato-sfortunato” campione di ciclismo Nibali con il suo aereo di Stato.
Tutti sanno che infatti a Renzi non è andato giù il fatto che in sua presenza “sul campo” a Rio l'Italia non abbia vinto neanche una medaglia d'oro, per la precisione la duecentesima medaglia d'oro olimpica, e tutti sanno che valore simbolico, ma soprattutto politico, avrebbe avuto per lui la vittoria di tale medaglia in sua presenza.



No, lo sport non dovrebbe essere questo, lo sport dovrebbe esulare dalla politica.

Ma purtroppo così non è. E tutto ciò accade senza soluzione di continuità dalla nascita dello sport moderno, cioè da Atene 1896.

Mi attirerò le critiche dei lettori, ma TUTTI gli atleti italiani alle olimpiadi si dopano.
Non ha senso mentire a noi stessi. Un'ammissione da parte di noi tutti italiani sarebbe auspicabile.

Quindi, proprio per il raggiungimento di risultati sportivi che servono per il raggiungimento di risultati politici, tramite le cosiddette sopracitate “favole sportive”, in tutte le nazioni tutti gli atleti fanno uso di sostanze dopanti, Italia in primis.
Ma tornando al titolo di questo articolo, se il doping serve per creare consenso politico, ma anche business, anche l'antidoping si prefigge gli stessi identici scopi.
Se infatti il doping serve alle nazioni come Russia, Stati Uniti e Italia per raggiungere il sopracitato consenso politico, l'antidoping, nelle mani di alcune specifiche nazioni, serve per colpirne altre sempre per scopi puramente politici e di consenso politico.

Ecco quindi che doping e antidoping sono entrambi la stessa faccia della stessa medaglia.

Ecco quindi che, poiché il doping è inevitabile per le ragioni suddette, l'antidoping che nasce da una sua costola peggiora la situazione generando un business ed una finalità politica ancora superiori.



A questo punto, visto che tutti si dopano, e visto che questo andazzo figlio del capitalismo non si può fermare, sarebbe più giusto e più etico liberalizzare il doping e mandare in pensione l'antidoping. In primo luogo perché lo sport cosiddetto pulito non è mai esistito, ed in secondo luogo, soprattutto, per vanificare il più possibile la ricerca di consenso delle nazioni: tutti saprebbero con certezza che i loro beniamini non sono puliti, e quindi il consenso che se ne ricaverebbe per i governanti sarebbe quasi nullo.
Non solo, mandare in pensione l'antidoping significherebbe far fuori definitivamente uno dei due business economici e, soprattutto, una “strategica” ma ingiusta ed iniqua arma politica nelle mani di sole pochissime nazioni al mondo, che, grazie ad esso, ottengono risultati politici rilevanti.

In pratica l'antidoping è anch'esso una forma di doping, un doping delle nazioni, un doping di Stato…

Ma poiché gli interessi in gioco sono rilevanti, avremo sempre il doping generalmente diffuso, ma vietato, e l'antidoping come “arma” e “strumento d'offesa” di una o due nazioni contro altre.

Questo è lo sport, in genere, dal 1896. Italia compresa.

Purtroppo…



Arnoldo Folino

2 commenti:

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