sabato 27 gennaio 2018

LA POLITICA ESTERA DOPO IL 4 MARZO



La politica estera della Repubblica Italiana, da sempre asservita all'imperialismo americano, dopo il 4 marzo, rimarrà ancora tale.
72 anni di servitù coloniale continueranno imperterriti.
Analizziamo il perché.

Se dovesse vincere il centrodestra, l'Italia proseguirà nell'ambito di un atlantismo sempre più sfrenato.
Non facciamoci impressionare dalle dichiarazioni di Berlusconi sulla presunta revoca delle sanzioni alla Russia quando la sua coalizione sarà al governo.
Il centrodestra, per definizione, nacque, infatti, nel 1994 su impulso dell'allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.
Berlusconi fu insignito nel novembre del 1993 del ruolo di premier. E si sa, in Italia, se vuoi diventare premier, devi chiedere il permesso al “capo” seduto oltreoceano.
Da quel poco che ho letto, Antonio Giangrande, fa una ricostruzione in parte veritiera sulla discesa in campo dell'ex cavaliere sul suo libro “TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE”.
Giangrande sostiene giustamente ed implicitamente, infatti, che l'interferenza americana nelle elezioni italiane del 1994, abbia avuto lo scopo di scardinare la vecchia classe politica e di proporne una nuova, di tipo “più americano”, che abbia avuto lo scopo di scardinare il sistema politico italiano e di proporne uno di tipo “più americano”, e, soprattutto, che abbia avuto lo scopo di porre “uomini fidati” in Italia che non mettessero mai in discussione l'ineluttabile alleanza atlantica.
L'identikit perfetto di questo personaggio, era Silvio Berlusconi.




Da quanto testé scritto, è evidente di come il centrodestra, nato sotto la spinta americana, sia la massima espressione, in Italia, del più “asintotico” atlantismo.
Prova ne sia che, in ambito NATO, in Parlamento, abbia sempre fatto un “voto favoreggiatore”, abbia sempre sostenuto le missioni di “pace” (!?) all'estero degli americani, e, soprattutto, ne abbia sostenuto sempre le guerre, dal Kosovo, all'Afghanistan, all'Iraq, e, non ultima, con buona pace dell'ex cavaliere e della sua presunta contrarietà (se ne faccia una ragione!), anche la guerra in Libia.
L'amicizia” con Putin, inoltre, ha il duplice scopo, a mio modo di vedere, di dimostrare all'opinione pubblica italiana di non essere così servile all'impero-Usa, come è in realtà all'ennesima potenza, e, di cercare di raccogliere più voti possibili, vista l'ammirazione, nonostante la martellante campagna mediatica contraria, che molti italiani hanno per il presidente russo.

Il centrosinistra, da parte sua, dopo la “lezione” (batosta!) del 1994, capì, che, se voleva vincere le elezioni nella “colonia-Italia”, doveva “addivenire a più miti consigli” sull'importante argomento della politica estera.
Da qui “la rincorsa” al centrodestra sulla NATO. Da qui l'appoggio agli interventi militari ed alle missioni di “pace” (!?). Da qui l'appoggio incondizionato a tutte le “proposte democratiche”, o per meglio dire alle imposizioni dall'alto, di Washington in ambito di politica estera e militare.





Il M5S, infine, dopo una partenza “NATO-scettica”, anche lui conscio del fatto che per vincere le elezioni in Italia ci sia bisogno del placet americano, ha virato, dichiaratamente, verso posizioni più “accondiscendenti”.
Prova ne siano i viaggi di Di Maio negli Usa e le continue visite di esponenti del M5S all'ambasciata statunitense a Roma.

Come si può notare, la politica estera italiana, con buona pace di chi spera come me e come tanti altri che cambi, non muterà di un millimetro dopo il 4 marzo.
L'Italia è infatti una colonia dell'impero-Usa.
È l'impero che decide, con le sue ingerenze nel nostro Paese, chi debba vincere le elezioni.
È sempre stato così.
La Cia, tra l'altro, ha sempre finanziato tutti i principali partiti di governo della cosiddetta prima repubblica.
E l'impero, anche questa volta, deciderà chi vincerà le prossime Politiche del 4 marzo.
È ineluttabile.
D'altra parte le ingerenze americane nelle elezioni, avvengono, praticamente, in tutti i 200 circa Paesi del mondo.
Russia compresa.
Prova ne siano i continui finanziamenti agli oppositori di Putin e le continue ingerenze mediatiche in territorio russo.
 



Detto ciò, non sottovalutate la politica estera. Essa, in una colonia come l'Italia, è la vera cartina al tornasole del cambiamento che un partito o un movimento propongono in politica interna. Solo cercando di distaccarsi dalla “casa-madre” in politica estera si possono tentare di cambiare le politiche e le tematiche di governo nel proprio territorio.
Solo per fare un esempio, solo distaccandoci in politica estera dall'impero avremo una politica interna in cui si stoppano le privatizzazioni, che servono per far acquistare i nostri asset ed i nostri “gioielli di famiglia” di Stato ai nostri “alleati” (presunti tali!), ed una politica interna in cui il mercato del lavoro non sia precarizzato, per favorire, con la scusa della (presunta!) “flessibilità”, le grandi multinazionali estere sempre dei nostri “alleati” (presunti tali!) nel nostro territorio (vedi Apple, Carrefour, Vodafone, et cetera, et cetera!).

Infine, essendo io molto patriota, non riesco e non riuscirò mai a sopportare frasi come questa: “Vecchia Europa e nuova Europa. Non significate nulla, non siete nulla. Siete una colonia americana. Ritirate le vostre bandiere, esponete quella americana e riconoscete il vostro status coloniale. Siete una destinazione turistica esotica. È l’unica cosa che siete in grado di fare.“ (Scott Ritter, ex capo ispettore degli armamenti per le Nazioni Unite, Ufficiale dei Marines durante la prima Guerra del Golfo)





Ma comunque, non vi preoccupate… anzi, fatevene una ragione! La politica estera italiana dopo il 4 marzo non cambierà al 100%.

E, per questo motivo, neanche quella interna…


Arnoldo Folino


 

venerdì 19 gennaio 2018

RUSSOFOBIA (& SINOFOBIA): COLPA DELLA HYBRIS



Qualche giorno fa, guardando per caso il Tg1, ho avuto modo di vedere un servizio su un bambino cinese, al quale, percorrendo circa 4 km per andare a scuola a temperatura sotto lo zero, sono gelati i capelli.
Il Tg1 faceva, nel suo servizio, ampio riferimento, senza tuttavia lanciare “strali”, alle situazioni disagiate che vivrebbero la Cina ed i suoi abitanti.
Il tutto misto ad una buona dose di pietismo nei confronti del paese orientale.
Pietismo accompagnato da implicita esaltazione e dal ribadimento, posto in maniera neanche troppo velato, della presunta superiorità occidentale.
Il servizio, volutamente non troppo aggressivo, risultava evidentemente più efficace, dal punto di vista mediatico, nel denunciare le “mancanze” ed i “problemi” cinesi.
È dal dopoguerra infatti che i mass media occidentali, e, in Italia, quelli italiani, sapientemente alternano aggressività e “subdolatezza”, come nel caso testé citato, nei confronti di determinati Paesi, ritenuti, a torto, nemici, come Russia e Cina.




Tanto per cominciare, non c'è bisogno di andare in Cina per trovare situazioni disagiate.
In Italia c'è una forte carenza di mezzi pubblici per le scuole.
In Italia, in tantissime scuole, i riscaldamenti non funzionano. Neanche in inverno.
In Italia, in tantissime scuole, mancano anche le sedie ed i banchi.
In Italia, in tantissime scuole l'intonaco cade giù a pezzi.
In Italia, mancano persino gli insegnanti ed il personale.
In Italia, soprattutto, oltre il 90 % delle scuole, di fatto, non è a norma.
Et cetera, et cetera…
Non sarebbe ora che il Tg1 facesse dei servizi sui poveri scolari italiani?
Così dovrebbe essere.
Purtroppo il Tg1, essendo RAI, ed essendo la RAI televisione di Stato, in pieno clima elettorale (e non solo!!), non può fare informazione libera (sempre ammesso che in Italia sia mai esistita informazione libera!!).
Quindi la RAI non può permettersi di far vedere agli italiani i fallimenti in campo di politica scolastica che avvengono, ininterrottamente, da oramai una trentina d'anni a questa parte, da parte di tutti i governi succedutisi fino ad ora.





Si devono, invece, far vedere i presunti “fallimenti” dei presunti “nemici”.
E non solo per nascondere i fallimenti propri.
Soprattutto, nell'ottica di un servilismo sempre più totale da parte nostra all'impero americano, si deve incutere nel telespettatore, in maniera “scientifica”, “imboccandolo”, se non l'odio verso questi due Paesi, quantomeno una forte dose di biasimo, che ha lo scopo di “squalificarli” agli occhi di tutti gli italiani.
Si parla da poco più di un annetto di presunte interferenze russe nei confronti dell'informazione e delle elezioni dei Paesi occidentali, ma, sono quasi 72 anni che la Russia ed il popolo russo, da parte dei media occidentali ed italiani, vengono dipinti nelle maniere peggiori immaginabili.
E perché?
Semplicemente perché sono 72 anni circa che la Russia ha l'unico “difetto” di porsi come unico argine alla visione imperialista e “unipolare” americana.
La Russia sconta, nei mass media occidentali, la “hybris” di osare e di aver osato contro l'Impero.
E la sconta in maniera talmente forte, che, a differenza di tutte le sciocchezze che si dicono in occidente, è lei a subire interferenze mediatiche di ogni tipo, elezioni comprese, sul proprio territorio.
E non il contrario.





I sentimenti negativi generati dai mass media occidentali hanno creato un sentimento diffuso di russofobia.
E questa russofobia è anche usata, sempre dagli stessi media occidentali, anche in territorio russo per fomentare spinte sovversive, disgregatrici, che hanno lo scopo di scardinare lo Stato russo e abbattere così, definitivamente, l'unico paese ad aver osato contrapporsi all'Impero.
Russofobia in territorio russo, accompagnata da finanziamenti illeciti a forze che hanno il solo scopo di disgregare il Paese e accompagnata a dispiegamento di forze militari in paesi confinanti la Russia.

Italiani, siete ancora così convinti che la Russia influenzi le elezioni occidentali?

O non è forse sempre stato il contrario?

Colpa della “hybris”…





Arnoldo Folino


“PENSIERI MARZOLINI” (SUL GIORNALISMO)

Non mi stancherò mai di ripeterlo, i mass media sono la più grande arma di distruzione di massa. La riprova l'abbia...