Nel
mio modo di pensare, ho sempre visto di malocchio le divisioni, le
fratture, i muri, i confini.
In
un mondo sempre più globalizzato, dove questa globalizzazione è
purtroppo fonte di disparità etico-sociali, tuttavia assistiamo, da
diversi anni, precisamente dal 1989, ad un proliferare di nuovi Stati
indipendenti.
Questa
globalizzazione, infatti, invece di unirci sempre più tutti noi,
abitanti del nostro Pianeta, invece di abbattere le divisioni, ne ha
create sempre di più.
Ha
creato, cioè, sempre più confini.
Il
numero degli Stati, che sarebbe dovuto diminuire, è invece aumentato
a dismisura.
Questa
è un'ulteriore riprova, casomai ce ne fosse bisogno, che la
globalizzazione e questo sistema economico, il capitalismo, hanno
fallito.
Globalizzazione
e capitalismo, in sintesi, invece di generare fratellanza, hanno
generato una frattura sempre più forte tra i popoli.
Per
questa ragione, tranne eccezioni, sono fortemente contrario ad ogni
tipo di cartina geografica politica che somigli, anche solo
lontanamente, al costume della maschera carnevalesca bergamasca più
famosa.
Fatta
questa premessa, si evince chiaramente che sono fortemente contrario
all'indipendenza della Catalogna.
Pur
tuttavia non posso non notare le differenze di giudizio ed il
“doppiopesismo” che gli anni dal dopoguerra in poi, e
soprattutto gli ultimi 28 anni di storia, ci hanno regalato.
In
Africa, nell'Europa dell'Est, e soprattutto nella penisola Balcanica,
abbiamo assistito ad un “fenomeno storico indipendentista”
notevole.
I
paesi occidentali hanno fomentato in tutti i modi, “leciti ed
illeciti”, le divisioni nel cuore dell'Europa.
E
lo hanno fatto nella maniera peggiore, accompagnando cioè questi
modi “leciti ed illeciti”, con una pressione mediatica fuori dal
comune.
La
dissoluzione della ex Jugoslavia e della ex Unione Sovietica ne sono
l'esempio più lampante.
In
nome di interessi di un Paese sito oltreoceano, si è pensato bene di
porre le basi, nel centro dell'Europa, per la nascita di nazionalismi
e irredentismi, quando è andata bene, o di vere e proprie guerre
civili sanguinosissime, quando è andata male.
È
come se la dottrina di Monroe, dal dopoguerra in poi, si fosse
spostata dal “solo” continente americano, a tutto il Pianeta.
Naturalmente,
gli Usa sono stati gli unici a guadagnarci.
L'Europa
ci ha perso tantissimo: il collante della vecchia Comunità Europea,
frutto dell'entusiasmo di non ripetere gli stessi errori (ed orrori!)
avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, è svanito miseramente,
e, paradossalmente, dal crollo del Muro di Berlino.
Quindi,
non per patriottismo spagnolo, né per particolari simpatie o
antipatie, ma per spirito di fratellanza europea ed umana, propugno,
più che le divisioni, le “unificazioni”.
Ed
il caso della Catalogna, rientra tranquillamente tra questi.
Volevo
far notare, comunque, il classico “doppiopesismo” tipico
occidentale/americano: siete così sicuri che, se al posto di Rajoy
ci fosse stato Putin, ed al posto della Catalogna ci fosse stata per
esempio la Cecenia, la reazione dei media occidentali sarebbe stata
la stessa?
Naturalmente
no.
Gli
interessi americani impongono due pesi e due misure.
Gli
interessi dell'Europa, in primo luogo, e dell'umanità, in secondo
luogo, presuppongono invece una Spagna unita, ed una Russia unita.
In
base a quanto sovrascritto, e, dopo aver premesso che nonostante il
buon risultato del referendum non credo che la Catalogna diventerà
mai indipendente, volete sapere quale sarà l'unica (e sottolineo
l'unica!) possibilità di indipendenza della “irrequieta” regione
spagnola?
Se
gli Stati Uniti vorranno, se a loro cioè farà comodo, e se tornerà
utile ai loro meri interessi, solo in questo unico caso la Catalogna
sarà indipendente…
… come
nell'ordine la Slovenia, la Croazia, la Macedonia, la Bosnia, il
Montenegro, il Kosovo, e tutta la “frammentazione post-sovietica”!
Proprio
ieri, a Novi Sad, capoluogo della provincia autonoma della Vojvodina,
nel nord della Serbia è comparso uno striscione: “Vojvodina =
Catalogna”.
Staremo
a vedere se la Catalogna diventerà indipendente come purtroppo è
probabile che lo diventerà la Vojvodina.
Non
dipende da noi…
Ma
da chi ci comanda da 71 anni…
Arnoldo
Folino