giovedì 17 novembre 2016

VOGLIONO TOGLIERCI IL CONTANTE! RIBELLIAMOCI!





Tratto da: “ilsussidiario.net”
… “DECRETO FISCALE COLLEGATO ALLA LEGGE DI BILANCIO 2017: LE NOVITÀ, NUOVO TETTO PRELIEVI (ULTIME NOTIZIE OGGI 14 NOVEMBRE 2016) - Nel Decreto Fiscale ancora in discussione alla Camera spunta la novità del nuovo tetto ai prelievi in banca e agli sportelli oltre il quale potrebbero esserci numerosi problemi per il cittadino: stando al decreto legato alla Manovra Economica, se dovesse passare da domani chi preleva dal conto corrente più di mille euro in un giorno (oppure 5mila in un mese) potrebbe essere soggetto di indagini da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il limite molto criticato che ancora deve essere confermato riguarda però un ulteriore passaggio oltre al controllo è la presunzione di nero qualora venga superato il tetto numerico: in quel caso il contribuente deve dimostrare il contrario presentando delle prove. Spiega il portale “Laleggepertutti.it”, «tutte le volte in cui le cause del prelievo o del versamento in banca non possono essere dimostrate al fisco, quest’ultimo (o meglio, l’Agenzia delle Entrate) può presumere che, dietro l’operazione, si nasconda un’attività in nero. Scatta quindi il recupero a tassazione di quel reddito».”…



 
Come vedete, per noi italiani, amanti del contante, il tetto massimo di 3000 € da spendere in un'unica soluzione era solo un piccolissimo regalo che nascondeva le solite insidie. Il classico “bluff” a cui Renzi, da quasi tre anni a questa parte, ci ha abituati.
La norma testé sopramenzionata sembrava un piccolo sgarbo alle banche. Non avevamo ancora visto l'emendamento al Decreto Fiscale di questa Legge di Bilancio.
Risulta evidente oramai sempre più il legame tra il governo Renzi e la lobby delle banche.


Con questo emendamento, infatti, gli istituti di credito impongono sempre più l'utilizzo delle carte e del pagamento digitale a discapito del contante.
Lo scopo delle banche è quello di far passare sempre più tutto il movimento monetario sotto le loro mani.


Il loro guadagno è notevole.


Per ogni “strisciata”, infatti, le banche guadagnano una commissione.
La banca guadagna anche sulle possibili spese per il canone annuale della carta, spesso non gratuito, e, soprattutto, con la quota fissa che fa pagare per il Pos all'esercente.
Tutti e tre i guadagni sopracitati, senza fare nulla! Senza muovere un dito!
Non solo, come ho detto sopra, avendo il controllo monetario praticamente tutto sotto le loro mani, catalizzano la circolazione della moneta: tutto ciò serve per eventuali rapporti collegati alla banca stessa: è più facile rivolgersi a loro.
Infatti il pagamento con carta, a dispetto di ciò che gli istituti di credito vogliono farci credere, è una vera e propria violazione della privacy.
La banca raccoglie tutte le informazioni necessarie sulle nostre spese e sul nostro stile di vita e si regola di conseguenza: a secondo, infatti, di ciò che noi spendiamo, di come lo spendiamo e di cosa acquistiamo, la banca ci propone “offerte”, “promozioni”, prestiti a determinati tassi, ecc. ecc. che a prima vista sembrano “fatti a posta per noi correntisti” e “convenienti” per le nostre tasche, ma che in realtà hanno convenienza assoluta solo per lei stessa.
A questo s'aggiunge, che le banche, checché ne dicano loro, vendono le informazioni dei nostri acquisti a società terze, non solo commerciali, ma anche a quelle che svolgono indagini di mercato.
Il guadagno è, ahimè, notevolissimo! Ma non per noi, purtroppo! E, ripeto, con buona pace della privacy!




Ecco perché ci bombardano mediaticamente ogni istante della nostra vita per imporci sempre più di pagare con la carta e non in contanti. Le scuse date sono soprattutto due. La prima è la comodità. Presunta. Dovete infatti ricordarvi un codice PIN. Diverso da carta a carta. Dovete svolgere l'operazione vera e propria, che, se considerate tutti i tempi tecnici dura esattamente come il pagamento in contanti. Anzi, a volte anche di più: quante volte il Pos, al momento di pagare, infatti, non aveva campo o s'era bloccato? E poi, soprattutto, vi sembra una “comodità” la mancata percezione in tempo reale del denaro e di quanto si spende al giorno o alla settimana o al mese?
La seconda è la lotta al riciclaggio e all'evasione fiscale. Anche questa è una bufala. Entrambi i reati convivono tranquillamente con il pagamento digitale. Anzi, se si escludono Germania e Italia, i due paesi europei con il massimo utilizzo del contante, non mi pare che tutti gli altri paesi Ue siano esenti da tali reati. Per non parlare degli Stati Uniti, dove, per combattere l'evasione fiscale, endemica, vi è in merito una legislazione severissima.
Non solo quindi violazione della privacy, ovvero Grande Fratello orwelliano delle nostre spese e del nostro portafoglio, non solo guadagni stratosferici, non solo politiche commerciali aggressive di “promozioni”, “prestiti” e simili, oggi, anche il mancato rispetto della nostra Costituzione.


Il contante infatti è una proprietà privata. E come sancisce la nostra Costituzione possiamo farne l'utilizzo a noi più conveniente: questo emendamento lede il diritto alla nostra proprietà privata, perché ci impedisce di sfruttare la nostra proprietà privata, ovvero, il nostro patrimonio monetario come più vogliamo.






 
Ho sempre sostenuto che il capitalismo altro non sia che una faccia della stessa medaglia che dall'altro lato ha il socialismo reale…
Ho sempre sostenuto che dopo la morte (finalmente!) del socialismo reale, ora tocca al capitalismo…
Questo emendamento che limita i nostri diritti sulla nostra proprietà privata, rappresentata, in questo caso, all’ennesima potenza e per definizione, dal contante, è la riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che non siamo realmente liberi e che non siamo realmente i padroni della nostra vita e che, come nell'ex blocco dell'est Europa, anche qui, non siamo in democrazia, ma che noi tutti non siamo altro che piccoli ingranaggi di un'oligarchia che ci manovra dall'alto e ci sfrutta come tanti burattini.
Speriamo che questo emendamento non passi, altrimenti non saremo neanche più padroni della forma più schietta e genuina della nostra proprietà privata…


IL CONTANTE…


P.S.:
Qualora anche non dovesse passare questo emendamento, oramai vi è da anni una lotta liberticida e liberal-comunista contro la forma più aulica e importante di proprietà privata… anzi, contro la proprietà privata fatta oggetto ed incarnata nel suo simbolo più unico, vero e schietto:
IL CONTANTE!





RIBELLIAMOCI ALLA SPARIZIONE DEL CONTANTE!!


Arnoldo Folino

giovedì 27 ottobre 2016

CHI VINCERA'? TRUMP O LA CLINTON?



Il “Supermartedì”, l'election day dell'8 novembre 2016, si sta avvicinando.
Oramai siamo alla fine della campagna elettorale per le presidenziali USA.

Una campagna elettorale piena di colpi bassi, ma anche, fatemelo dire, di tante vere e proprie scemenze.
A volte mi chiedo quali siano i requisiti per diventare l'uomo (o la donna!) più potente del mondo.
È mai possibile, per quanto riguarda Trump, per esempio, che si vada a “pescare”, sempre ammesso che sia vero, una “tizia” che ben 22 anni fa (e sottolineo 22 anni fa!) avrebbe “subito” un tentativo di bacio da parte del famoso tycoon?
È mai possibile, per quanto riguarda la Clinton, per esempio, che si vadano a “pescare” le ex amanti del marito Bill?
A volte penso che gli americani siano un popolo di stupidi: è mai possibile che per scegliere il proprio presidente si debbano considerare questi “fattori”?



Il popolo americano è in mano ad una martellante campagna mass-mediatica propagandistica obnubilante.
I cervelli dei cittadini americani, sin da quando nascono, sono bombardati da concetti che, di primo acchito potrebbero sembrare lodevoli, come l'amore per l'inno o per la patria o per la bandiera.
Penso che ci siano poche popolazioni, che come gli americani, mettono tanto pathos quando cantano il loro inno o quando guardano la loro bandiera.
Ma non è fierezza, si badi bene.
È morbosità.
Morbosità inculcata volutamente dallo stato.
La fierezza è una scelta indipendente che ogni cittadino compie di testa sua.
La morbosità è inculcata, e non è mai una scelta.
Lo stato americano riesce, dal 1776, anno della sua fondazione, nello stesso campo in cui l'Unione Sovietica ha fallito: trasformare i propri cittadini in robot, in yesmen in grado di sostenere lo Stato sempre e comunque, anche se oggettivamente ed evidentemente le istituzioni americane palesemente sbagliano.
È talmente morboso ed innaturale l'attaccamento allo stato americano da parte dei suoi concittadini che, quando palesemente gli Stati Uniti sbagliano nel cominciare una guerra sbagliata, per esempio, il popolo è completamente unito, nonostante tutto, a sorreggere la propria nazione.
Anzi, i presidenti americani, di solito, quando sono in difficoltà con l'indice di gradimento, scendono proprio in guerra per “ingraziarsi” e “ricompattare a se stessi” l'opinione pubblica!!
Tutto ciò sarebbe il sogno di Stalin…




 
È inutile, lo sostengo da una vita, gli Stati Uniti, nel rendere schiava la popolazione, sono stati più “furbi” dell'Unione Sovietica!
Cosa c'è di meglio, infatti, di una schiavitù che passa per libertà e fa credere agli schiavi di essere liberi?
Cosa c'è di più efficace di ciò?
Stalin, se dovesse tornare a vivere, dovrebbe imparare da “maestri” del calibro di Roosevelt, Eisenhower, Truman, Kennedy, e, non ultimi, i “nuovi” Bill Clinton e Obama su come fare propria l’opinione pubblica nella maniera più scientifica possibile!

Vi ricordate, poi, per esempio, la sfida Bush junior – Al Gore e la conta dei loro voti decisivi in Florida?
Ebbene, anche in questo caso, gli Stati Uniti sarebbero il sogno di Stalin!
L’uomo d’acciaio di sovietica memoria” sarebbe estasiato da questo evidente broglio legalizzato!!
Ed è talmente appiattita la coscienza dell'opinione pubblica, che la popolazione non ha praticamente protestato per l'evidentissimo caso di broglio elettorale in Florida (e sicuramente anche in altri Stati della Federazione!)!
Stalin gongolerebbe… questa per lui sarebbe una visione celestiale!!
Essere eletto legalmente con brogli legalizzati come Bush Junior, senza che la popolazione, neanche lontanamente, si sollevi in proteste, sarebbe il sogno più bello dello statista georgiano!!

E' inutile dire che, in pratica, gli Stati Uniti sono riusciti (purtroppo!), laddove l'Unione Sovietica (per fortuna!) ha fallito!




Fatte salve queste premesse, e, considerando il fallimento dell'amministrazione Obama, e, non per ultima, la qualità dei due candidati che oggi si sfidano alla presidenza, si può proprio dire che siamo in “buone mani”!
Io non so chi vincerà. La partita, checché se ne dica, è apertissima: la Clinton ancora non ha vinto.

Siamo messi proprio male… noi cittadini del mondo!
I cittadini americani, invece, “schiavi inconsci” del loro stato, continueranno a diventare sempre più obesi con i loro hamburgers, ad inquinare sempre di più con i loro Pick-Up e le loro SUV, e a ridere come tanti scemi nei loro programmi televisivi demenziali come nulla fosse, senza rendersi conto di ciò che accade e di ciò che voteranno nelle loro presidenziali, e, quindi, dei risvolti per l'intero pianeta.

Ma non è colpa loro…



Arnoldo Folino

mercoledì 5 ottobre 2016

IL “MAC” A PIAZZA SANT'ORONZO È UNO SCONCIO!




Sono stato pochissimi giorni fa a Lecce. Città splendida, senza ombra di dubbio. Sono rimasto assolutamente emozionato da tanta bellezza: l'appellativo di “Firenze del Sud” le calza a pennello.
La nostra guida turistica ci ha accompagnato negli angoli più belli della città, entrando verso la fine del tragitto a piazza Sant'Oronzo, un luogo magnificente, dove si mischiano stili diversi. È proprio questa la caratteristica che rende unica questa piazza.
Troviamo infatti il palazzetto del Sedile, la colonna di Sant'Oronzo, la chiesetta di San Marco, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, l'anfiteatro romano.
Arte allo stato puro.
La guida nel suo giro ci ha fatto entrare in piazza da Via Templari.
Distrattamente non guardo di lato e soprattutto non mi volto di spalle, estasiato da cotanta bellezza.
Ma appena mi rigiro su me stesso, vedo di fronte a me uno spettacolo nettamente sconcio: le “M” ed i loghi di Mc Donald's!
Ed ecco che tutta la mia emozione, in quel momento, si è tramutata in rabbia, rabbia svanita poi, subito dopo aver visto piazza Duomo.



È mai possibile che tutti i luoghi più belli del Paese più bello del mondo debbano essere infestati da un fast food che oggettivamente ne deturpa la loro bellezza?

Il sindaco di Firenze non rientra nelle mie simpatie, il delfino di Renzi, infatti, ne è la copia carbone. Ma quando protesta veementemente contro l'apertura del Mac a piazza Duomo a Firenze sono perfettamente d'accordo con lui.
Immaginate voi che scempio sarebbe un Mac in una piazza, considerata da tutti quanti, una delle più belle del mondo…

L'Italia, cari lettori, non mi stancherò mai di dirlo, è il paese più bello del mondo: deturpare tutto ciò che il mondo ci invidia solo per far contenta la catena di fast food più grande del mondo equivale a sminuire il nostro patrimonio artistico-culturale.
Ma gli italiani, purtroppo, sono famosi per essere dei gran masochisti…




Così come sono masochisti coloro i quali vanno a pranzare in un Mac!
Durante il tragitto per il centro storico di Lecce, la guida ci ha parlato di prodotti tipici della gastronomia cittadina.
Incuriosito da essi, ho assaggiato un delizioso caffè leccese, un caffè con latte di mandorla e ghiaccio, preso alla storico caffè Alvino proprio a Piazza S.Oronzo, ed uno squisitissimo e tipico rustico leccese, preso ad un forno sempre a Piazza S.Oronzo.

Alla faccia del Mac” e dei masochisti che ci vanno, posso strillare con forza che: “the Italian fast food is the best in the world!”

A differenza degli americani, noi italiani, oltre che essere artisti tout court, siamo artisti anche con il cibo!

(Per chi non conoscesse l'inglese, la traduzione della frase soprastante è: il fast food italiano è il MIGLIORE nel mondo!)





Arnoldo Folino

martedì 13 settembre 2016

AMATRICE: IL TERREMOTO COMINCIA ORA!



Partiamo dalle seconda vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto in centro Italia.
In essa vi è scritto: “Italiani, non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case, ma la mafia!”.
Qualcuno, sbagliando, s'è indignato.
Amatrice querelerà la nota rivista satirica francese, sbagliando.
Andando per vie legali, infatti, la comunità del paese laziale non farà altro che dare molta più importanza ed interesse, entrambi gratuiti, ad un semplice disegno, che, farebbe bene ad ignorare con superiorità.
Ma tralasciando tutto ciò, tutti gli italiani si sono indignati per la parola “mafia”, gridando all'unisono che, in primo luogo, non è la mafia che ha costruito le case nelle zone terremotate, e che, in secondo luogo, si tratterebbe della solita campagna denigratoria nei confronti degli italiani, definiti per l'appunto con lo “stigma” di “mafiosi”.
Sul secondo caso, vale la risposta che ho dato sopra riguardo la querela fatta dalla comunità di Amatrice a Charlie Hebdo.


Per quanto riguarda il primo caso, invece, gli italiani, dovrebbero tenere in alta considerazione le parole del vignettista.

In centro Italia non c'è la mafia e non è la mafia che ha costruito le case?
La risposta è “Nì”!

Le case costruite nelle zone terremotate, ma anche nella gran parte del resto d'Italia, non rispettano le norme sismiche per incuria dei nostri governanti, ma, soprattutto, per ricerca di danaro e profitti illeciti dei nostri amministratori e dei costruttori?
La risposta è purtroppo Sì!

Riferendomi alla prima domanda retorica che mi sono posto, purtroppo oramai dovrebbe essere a conoscenza di tutti che le quattro mafie italiane non sono presenti solo al sud, ma anche nel resto d'Italia.
E che, sempre purtroppo, tali quattro mafie sono attivissime per quanto riguarda appalti, tangenti ed opere pubbliche o private, probabilmente più al nord e al centro del paese, dove il business è superiore per maggiore concentrazione di potere economico, che al sud.
Il “Nì” dato come risposta alla mia domanda retorica, risiede nel fatto che purtroppo, nelle zone terremotate, la mafia è sicuramente intervenuta per la costruzione o ristrutturazione di diversi edifici…


Per quanto riguarda invece la seconda risposta alla seconda domanda retorica, il Sì è purtroppo netto, e questo vale per tutte le zone d'Italia.
I nostri amministratori purtroppo non brillano per efficienza e l'incuria la fa da padrona.
Ma ciò che ancor di più ci rende basiti è la corruzione del nostro sistema amministrativo in combutta con i costruttori: i nostri governanti, in cambio di tangenti, appaltano la costruzione o la ristrutturazione di edifici ad aziende, che, per lucrare sulla vita della povera gente, risparmiano su tutto, sui materiali, e non rispettano le più elementari norme sismiche obbligatorie vigenti.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: L'Aquila 2009, Emilia 2012, centro Italia 2016.

Quindi chi fa finta di indignarsi per la “parolina” “mafia”, non considerando soprattutto il riferimento alla corruzione dilagante del nostro sistema amministrativo, dovrebbe considerare che questa è purtroppo la triste realtà che riguarda tutt'Italia nella sua intierezza.

Ma la “mafia” ed il sistema prima del terremoto in centro Italia non saranno niente rispetto alla mafia ed al sistema dopo il terremoto.

Come infatti ci hanno insegnato i casi precedenti di L'Aquila e dell'Emilia, le quattro mafie metteranno le loro mani sugli appalti per la ricostruzione.
E purtroppo sarà un fiorire di tangenti e mancati rispetti di normative antisismiche.

La ricostruzione sarà il solito sporco business di costruttori, mafie e politici.

Il terremoto ad Amatrice non è ancora terminato, anzi è appena iniziato.

Adesso comincia il terremoto della corruzione, delle tangenti e degli appalti truccati, della mafia.
Se fra qualche anno dovesse anche esserci un ulteriore “terremoto fisico” (e speriamo di no!), tutte le case ricostruite crolleranno di nuovo.



Il terremoto di Amatrice non si è ancora mai fermato.

Anzi non è iniziato il 24/08/2016, ma il 02//06/1946, cioè 70 anni fa.

Il terremoto, non figlio della natura, ma della mano dell'uomo, avviene da quando è nato il sistema-capitalismo.
Sistema che non morirà nel breve termine perché profondamente permeato nel tessuto sociale.
Finché il modo di costruire, ricostruire e ristrutturare sarà infatti tale, avremo purtroppo mille Amatrice, mille Modena e mille L'Aquila.

Solo cambiando il sistema non avremo più queste tragedie.
Non basta proporre leggi inutili, piani di emergenza fini a se stessi o scovare “trovate” che hanno il solo scopo di generare profitti come il certificato antisismico: tutto ciò, anche se “pieno di volontà” è totalmente ininfluente se non si cambia registro modificando le metodologie di approccio alla costruzione di qualunque edificio, sia esso pubblico o privato.

Ma per cambiare il sistema bisogna ripulire la politica, mettere il bavaglio alla mafia, rendere al minimo la corruzione, e per tutto ciò ci vorrà molto tempo.

Intanto l'Italia rischia.

Ci saranno nuovi terremoti, nuove tragedie.

Il terremoto di Amatrice non è cominciato qualche giorno fa.

Il terremoto di Amatrice non è ancora finito.

Il terremoto di Amatrice continuerà ancora per lungo tempo.

Anzi, Amatrice, il tuo VERO terremoto comincia proprio ora!






Arnoldo Folino

mercoledì 31 agosto 2016

UNA SANA LAICITÀ È SEMPRE AUSPICABILE!



Ad un ente per le opere di religione che gestisce le visite al Duomo di Monreale è venuto in mente di far indossare, all'ingresso della magnifica cattedrale, una sorta di “pastrano” a tutti coloro i quali indossano vestiti succinti.
Tale pastrano, leggero e sottile, lascia intravedere tutto ciò che il turista indossa e costa la “modica cifra” di 1€.

In tempi di discussione, soprattutto in Francia sulla liceità del burkini, ecco che spunta fuori il “burkini cattolico”!
Lo scopo, secondo l'ente, su incarico della fabbriceria, è quello di garantire una morigeratezza, un rigore ed un contegno nei costumi che si addicano alla “casa di dio”, luogo di preghiera e meditazione!

Tralasciando che naturalmente non si può entrare in chiesa nudi e tralasciando che naturalmente all'entrata in un luogo sacro, di qualunque religione esso sia, bisogna assumere un atteggiamento di assoluto rispetto, la decisione della fabbriceria sembra decisamente eccessiva.



Il problema è sempre lo stesso, l'intransigenza delle religioni nel voler sempre imporre un diktat prestabilito che spesso e volentieri lede le libertà dell'essere umano.

Siate sinceri, vi sembra giusto che le donne islamiche debbano indossare, obbligate dalla loro religione e dai loro mariti, il burkini in spiaggia?

Siate sinceri, vi sembra giusto che una donna occidentale, in pantaloncini corti per la calura estiva, debba indossare il burkini cattolico prima di entrare nel Duomo di Monreale?

In fondo la “casa di dio”, non dovrebbe accogliere tutti i fedeli, indipendentemente dal loro vestiario?
Anzi, non dovrebbe accogliere per prime proprio le cosiddette “pecorelle smarrite”?
Sempre ammesso che una donna in pantaloncini corti sia una pecorella smarrita…



Come ho scritto nel titolo, una sana laicità sarebbe sempre auspicabile in ogni situazione. Essa garantisce infatti libertà di espressione, non reprime l'animo umano e genera soprattutto una grande tolleranza verso l'altro o, ancor meglio, verso lo straniero o chi è diverso.

In fondo persino la Chiesa cattolica ha superato, nel corso del tempo gli anni bui del medioevo, della Controriforma e dell'Inquisizione.
Se ci fate caso, infatti, è come se l'Islam, in questo momento fosse come la Chiesa nella fase della suddetta Inquisizione cattolica.
In fondo, ciò che sta facendo l'Islam negli ultimi anni di radicalizzazione ed estremismo, lo ha già fatto la Chiesa qualche secolo fa.
La speranza è che, come la maggioranza di tali regole liberticide e antiliberali che ledono i diritti dell'essere umano siano state superate dalla religione cattolica, adesso siano superate anche da quella islamica.
E' come se debba nascere, spero nel più breve tempo possibile, un Illuminismo anche per l'Islam.
Un secolo dei lumi musulmano che apra le menti e le idee della loro religione, come l'Illuminismo ha avuto il grande pregio di aprire le menti e le idee del mondo occidentale facendo svanire, in moltissimi casi, i sopracitati secoli bui cattolici.



In fondo se la nostra civiltà presente si è distaccata dal medioevo, lo dobbiamo soprattutto al Secolo della Ragione.

Vi ricordate le “streghe” (presunte!) al rogo?
Il processo a Galileo?
I roghi di libri scomodi al Vaticano?

Le persecuzioni e le torture vaticane?

Le crociate?

Ecc., ecc. … L'elenco sarebbe lunghissimo…

Se oggi tutto ciò non avviene più, è perché abbiamo anteposto una sana laicità ai dogmi.
Il laicismo è tolleranza, è rispetto per l'altro.

Ecco perché le donne musulmane, in Stati che si professano libertari come la Francia o l'Italia, non dovrebbero indossare il burkini imposto dai loro mariti. Qualcuno potrebbe obiettare che vietare il burkini sarebbe un'imposizione.
Ma è un'imposizione ancora maggiore l'obbligo di indossare il tipico indumento da spiaggia che prescrivono i mariti musulmani alle loro donne.


È corretto, in un paese civile come si professa il nostro, che una donna sia costretta dal proprio marito ad indossare un indumento che nella stragrande maggioranza dei casi non vorrebbe indossare?

È corretto da parte dello Stato non intervenire a tutela di suddette donne prostrate dalla loro religione e dai loro mariti?

Naturalmente NO! Lo Stato deve intervenire: non può permettere che nel suo territorio si ledano i più normalissimi e banalissimi diritti umani!
Almeno sul “nostro suolo”, i diritti che valgono per le donne occidentali devono valere anche per quelle islamiche.
Vietare il burkini in spiaggia significa VIETARE UN DIVIETO, VIETARE UN'IMPOSIZIONE, VIETARE UNA COSTRIZIONE che uno Stato che si professa democratico ed attento ai diritti delle donne come quello italiano non può non attuare! Significa vietare il divieto che ha la donna musulmana di far vedere anche solo un centimetro quadrato di pelle che non siano le mani i piedi ed il viso…

Ecco perché alle donne occidentali che portano pantaloncini corti data la stagione estiva nel Duomo di Monreale, dovrebbe essere VIETATO L'OBBLIGO di indossare il pastrano imposto dalla fabbriceria solo perché fanno vedere pochi centimetri quadrati di pelle delle loro gambe…

Sì, la laicità è la cosa più auspicabile! Sempre!

Ma purtroppo, come sempre, entrano in gioco anche interessi economici: fino ad oggi, dal 2007, chi ha il marchio registrato del burkini ha venduto ben 500.000 pezzi…, mentre la fabbriceria del Duomo di Monreale guadagna 1€ per ogni pastrano venduto…

E poi dicono che le religioni siano solo “cura delle anime”…





Arnoldo Folino

lunedì 15 agosto 2016

L' ANTIDOPING È UNA FORMA DI DOPING DI STATO…



Sono ancora in corso le olimpiadi di Rio 2016 e spesso si sente parlare di doping. Si sente spesso insinuare che alcuni atleti sarebbero “puliti” mentre altri sarebbero dopati.

In realtà TUTTI si dopano. TUTTI gli atleti di TUTTE le nazioni, Italia compresa.
Credo infatti di parlare ad una platea di adulti e non mi sembra il caso di prenderci in giro con delle favolette dai buoni sentimenti tipiche del capitalismo.
Non esistono infatti le cosiddette “favole dello sport” dove atleti cosiddetti “puliti” vincono realizzando un “sogno”, che spesso e volentieri è il sogno della nazione che rappresentano e non il proprio personale.
E questa realtà, ripeto, non riguarda una sola nazione o poche altre nazioni, ma tutte. Prendersela con determinati atleti e determinati paesi ha solo lo scopo di perpetrare finalità e scopi politici, entrambe cose che dovrebbero esulare dal mondo dello sport.
Che Putin utilizzi lo sport per creare consenso all'interno della Federazione Russa è evidente. Ma tutto ciò lo fanno anche gli Stati Uniti, che “santificano” i loro beniamini medagliati ritenuti “puliti” ma in realtà dopatissimi come per esempio “l'osannatissimo” Carl Lewis, sempre con lo scopo di creare consenso all'interno della propria nazione.


 
E purtroppo tutto ciò lo facciamo anche noi italiani. Basti citare l'esempio di Renzi che, prima, mette pressione alla campionessa di fioretto Fiamingo mandandole diversi SMS la notte prima della gara per imporle di vincere l'oro, visto che l'indomani andrà ad assistere proprio a quell'incontro di scherma, e, dopo, da il “passaggio” “all'infortunato-sfortunato” campione di ciclismo Nibali con il suo aereo di Stato.
Tutti sanno che infatti a Renzi non è andato giù il fatto che in sua presenza “sul campo” a Rio l'Italia non abbia vinto neanche una medaglia d'oro, per la precisione la duecentesima medaglia d'oro olimpica, e tutti sanno che valore simbolico, ma soprattutto politico, avrebbe avuto per lui la vittoria di tale medaglia in sua presenza.



No, lo sport non dovrebbe essere questo, lo sport dovrebbe esulare dalla politica.

Ma purtroppo così non è. E tutto ciò accade senza soluzione di continuità dalla nascita dello sport moderno, cioè da Atene 1896.

Mi attirerò le critiche dei lettori, ma TUTTI gli atleti italiani alle olimpiadi si dopano.
Non ha senso mentire a noi stessi. Un'ammissione da parte di noi tutti italiani sarebbe auspicabile.

Quindi, proprio per il raggiungimento di risultati sportivi che servono per il raggiungimento di risultati politici, tramite le cosiddette sopracitate “favole sportive”, in tutte le nazioni tutti gli atleti fanno uso di sostanze dopanti, Italia in primis.
Ma tornando al titolo di questo articolo, se il doping serve per creare consenso politico, ma anche business, anche l'antidoping si prefigge gli stessi identici scopi.
Se infatti il doping serve alle nazioni come Russia, Stati Uniti e Italia per raggiungere il sopracitato consenso politico, l'antidoping, nelle mani di alcune specifiche nazioni, serve per colpirne altre sempre per scopi puramente politici e di consenso politico.

Ecco quindi che doping e antidoping sono entrambi la stessa faccia della stessa medaglia.

Ecco quindi che, poiché il doping è inevitabile per le ragioni suddette, l'antidoping che nasce da una sua costola peggiora la situazione generando un business ed una finalità politica ancora superiori.



A questo punto, visto che tutti si dopano, e visto che questo andazzo figlio del capitalismo non si può fermare, sarebbe più giusto e più etico liberalizzare il doping e mandare in pensione l'antidoping. In primo luogo perché lo sport cosiddetto pulito non è mai esistito, ed in secondo luogo, soprattutto, per vanificare il più possibile la ricerca di consenso delle nazioni: tutti saprebbero con certezza che i loro beniamini non sono puliti, e quindi il consenso che se ne ricaverebbe per i governanti sarebbe quasi nullo.
Non solo, mandare in pensione l'antidoping significherebbe far fuori definitivamente uno dei due business economici e, soprattutto, una “strategica” ma ingiusta ed iniqua arma politica nelle mani di sole pochissime nazioni al mondo, che, grazie ad esso, ottengono risultati politici rilevanti.

In pratica l'antidoping è anch'esso una forma di doping, un doping delle nazioni, un doping di Stato…

Ma poiché gli interessi in gioco sono rilevanti, avremo sempre il doping generalmente diffuso, ma vietato, e l'antidoping come “arma” e “strumento d'offesa” di una o due nazioni contro altre.

Questo è lo sport, in genere, dal 1896. Italia compresa.

Purtroppo…



Arnoldo Folino

martedì 2 agosto 2016

RIFORMA MADIA: IL SOGNO DEI “MERITEVOLI” SI E' AVVERATO…



Ecco a voi dei brevi spezzoni tratti da un articolo del “Corriere della Sera” on line di Lorenzo Salvia:

Sulla copertina c’è un bel timbro con la scritta «Top secret». E a leggere le 133 pagine che seguono si capisce bene il perché. La bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego cancella due incrollabili certezze dello statale, i due motivi che rendono il lavoro nel pubblico più sicuro di quello nel privato: il posto fisso e l’aumento automatico dello stipendio con gli scatti di anzianità.”

...Ogni anno, dice il documento, tutte le amministrazioni devono comunicare al ministero le «eccedenze di personale» rispetto alle «esigenze funzionali o alla situazione finanziaria». Detto brutalmente, i dipendenti che non servono o che la situazione di bilancio non consente di tenere in carico. Le «eccedenze» possono essere subito spostate in un altro ufficio, nel raggio di 50 chilometri da quello di provenienza con la mobilità obbligatoria. Altrimenti vengono messe in «disponibilità»: non lavorano e prendono l’80% dello stipendio con relativi contributi per la pensione. Ma se entro due anni non riescono a trovare un altro posto, anche accettando un inquadramento più basso con relativo taglio dello stipendio, il loro «rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto». Licenziati.”

...agli uffici che non comunicano le eccedenze ci sarà lo stop alle assunzioni e il procedimento disciplinare per il dirigente.”

...gli scatti di anzianità...Il nuovo testo unico, però, li cancella per sempre. Ogni anno tutti i dipendenti pubblici saranno valutati dai loro dirigenti per il lavoro fatto. E sulla base di quelle pagelle sarà assegnato un aumento, piccolo o grande a seconda delle risorse disponibili, a non più del 20% dei dipendenti per ogni amministrazione.”
ne.”



Leggendo non si può che rimanere inorriditi.

E così, Renzi, burattino dei potenti, uomo di paglia, successore del già a sua volta burattino dei potenti ed uomo di paglia Berlusconi, è riuscito dove l'ex cavaliere non era mai riuscito: smantellare il pubblico impiego.

E tutto ciò viene dopo aver smantellato la scuola, la sanità, il mondo del lavoro e l'articolo 18 e, soprattutto, la più bella costituzione del mondo che, nata dalle ceneri del nazifascismo, proteggeva gli interessi dei più deboli e delle fasce sociali meno abbienti.

Il “sogno berlusconiano” s'è avverato! Cioè s'è avverato il sogno dei potenti, delle logge massoniche, dei ricchi, delle lobby, a discapito di noi “cittadini italiani normali”.

La riforma Madia ha dell'incredibile. In nome di una falsa meritocrazia si propone di perpetrare, in ambito pubblico, un sistema clientelare senza precedenti dove il “leccaculismo” (perdonatemi la “crudezza” del termine, ma devo usarlo per essere “efficace”!) la farà da padrone. A differenza infatti di quello che ci vuole propinare Renzi non andrà avanti il più meritevole, ma quello che, agli occhi del dirigente, sarà più meritevole. Non ci saranno infatti riscontri oggettivi e decidere chi “più merita”, sarà solo “compito soggettivo” del capo. I “sottoposti” avranno un bel da fare nell'operare veri e propri “volteggi” e “piroette” nell'arte dell'ingraziarsi il dirigente. Si genererà un vero e proprio vortice clientelare, dove il rapporto ascendente sottoposto-dirigente-politico dirigerà non il “merito” o “l'efficienza” ma un amplesso di favori, voti di scambio e raccomandazioni. Alla faccia della meritocrazia: il sottoposto ruffiano e lecchino adulerà il dirigente, che ha potere di licenziarlo, il dirigente stesso, ruffiano e lecchino a sua volta, adulerà il politico, che ha il potere di rimuoverlo, il politico, infine, pretenderà il voto dai suoi sottoposti inferiori di grado, i quali, per “far funzionare” questo “ciclo” di questa macchina pubblica che per questo non funzionerà, continueranno a “leccare” i superiori in cambio del mantenimento del posto fisso e di qualche piccolo favore!




La parola chiave di questa riforma non è meritocrazia. Le parole chiave saranno: corruzione, adulazione, inefficienza, voto di scambio, favori e raccomandazioni!

E poi, siete così sicuri che trasferire la licenziabilità del privato nel pubblico crei efficienza?

Vi faccio degli esempi lampanti.

Il primo è Mediaset. Berlusconi è forse riuscito a creare un erede all'interno della sua azienda? Si è infatti circondato dei suoi figli, grandissimi ed evidentissimi incapaci, presenti nei posti di comando certamente non per merito, e del suo storico “cerchio magico” di lecchini/incapaci, neanche loro presenti lì per merito. I figli ed i dirigenti che hanno sempre e solo “adulato” (per usare un termine eufemistico!) sono riusciti a creare la piattaforma Mediaset Premium, ovvero un flop colossale che ha creato un buco altrettanto colossale nelle casse di Mediaset. Risultato? L'azienda di Cologno Monzese sta per essere scalata dal colosso francese “Vivendi” di Vincent Bollorè. Berlusconi stesso alza bandiera bianca, sapendo benissimo che i suoi dirigenti e soprattutto i suoi figli, cresciuti nel “ruffianesimo” e “nell'adulazione” più totale non sono in grado di gestire la sua azienda e preferisce, per il futuro dei suoi cinque eredi, affidare loro le rendite della vendita di ciò che aveva costruito grazie ad aiuti massonici (vedi P2), mafiosi (vedi Dell'Utri) e politici (vedi Craxi). D'altra parte se il “maestro”, in realtà “muratore”, Berlusconi è frutto di opera di servilismo nei confronti di Licio Gelli e Bettino Craxi, non potevano non essere frutto di servilismo anche i suoi “discepoli”. La fine di Mediaset ne sarà la conseguenza.

Il secondo esempio è Rodolfo De Benedetti, figlio del “grande” Carlo. Lui ed i suoi dirigenti, tutti “meritevoli” di stare al loro posto, con la grandissima “qualità”, anche loro, di essere dei “raffinati leccapiedi” hanno creato la piattaforma concorrente all'ENEL Sorgenia. Ve la ricordate? Un flop colossale anch'esso, che ha creato un ulteriore buco anch'esso colossale: 2 miliardi di euro! Il padre Carlo ha dovuto salvare il “meritevole” figlio Rodolfo, e, con l'aiuto dell'altro “meritevole” Renzi è riuscito a sbolognare Sorgenia alle banche.

Il terzo esempio è FIAT. Qui basta solo citare i “meritevolissimi” dirigenti societari e la “meritevolissima” famiglia Agnelli, che ha avuto il solo merito di far parte di una dinastia aziendale, i quali, tutti insieme, per far andar avanti la propria azienda hanno sempre letteralmente spolpato lo Stato e le sue casse con i soldi delle nostre tasse. E qual è il ringraziamento nei confronti di noi italiani che abbiamo sempre buttato letteralmente il sangue per le scelte scellerate della “meritevolissima” dirigenza FIAT? Semplice, spostare tutta l'azienda nei Paesi Bassi, dove si pagano meno tasse! E tutto ciò con il placet del “meritevole” Renzi…

Come vedete, quando i lobbisti, cioè De Benedetti e Agnelli, i lobbisti/politici, come Berlusconi, ed i politici tout court, come Renzi, tutti “meritevolissimi”, parlano di meritocrazia dovrebbero guardare un po' indietro nella loro storia personale e professionale. E rendersi conto che, se non avessero “leccato il culo” tutti e quattro (e scusatemi l'espressione scurrile, ma ci vuole!), non avrebbero raggiunto i risultati sperati. Cosa sarebbe stato Berlusconi senza aver adulato Craxi? Cosa sarebbero stati De Benedetti ed Agnelli se le loro aziende non avessero mai avuto aiuti dallo Stato e dalla politica? Cosa sarebbe stato Renzi se non avesse fatto il leccapiedi dei suoi dirigenti di partito di allora?

Il “meritevole” Berlusconi senza Craxi non esisterebbe e non avrebbe tre televisioni! Televisioni che ora probabilmente sarà costretto a cedere…

I “meritevoli” De Benedetti ed Agnelli, senza aiuti statali, rispettivamente ad Olivetti e FIAT, non sarebbero arrivati dove sono arrivati…

Il “meritevole” Renzi, senza una delle sue più “nobili qualità”, il “leccaculismo”, non sarebbe ora presidente del consiglio…

Tutti e quattro sono “meritevoli”, ma tutti e quattro hanno fallito.

Il mio merito ed il merito di tutti i lavoratori statali italiani non può e non deve essere giudicato da gente come loro, cioè da quattro “meritevolissimi” come loro!



Arnoldo Folino

“PENSIERI MARZOLINI” (SUL GIORNALISMO)

Non mi stancherò mai di ripeterlo, i mass media sono la più grande arma di distruzione di massa. La riprova l'abbia...