Domani
è un gran giorno: sono i sessant'anni dal Trattato di Roma.
La
Capitale è nel pieno delle celebrazioni.
Tuttavia
non c'è molto da festeggiare, e non solo per eventuali
manifestazioni non pacifiche prevedibili, ed, eventuali, speriamo
sempre di no, attacchi terroristici.
Non
si festeggia soprattutto per come il Vecchio Continente sta andando.
Il
sessantesimo compleanno non è felice.
Anzi,
l'Ue mostra crepe da tutte le parti.
Come
superare questa impasse?
Semplice,
modificando di 180° le proprie politiche.
Vediamo
come.
Economicamente
parlando, l'Europa dovrebbe abbandonare l'austerity, e smetterla di
favorire alcuni paesi a scapito di altri.
I
padri costituenti, sessant'anni fa, al momento della creazione di ciò
che, secondo me, è inevitabile, cioè una federazione di Stati in
grado di riunire tutti i Paesi del Vecchio Continente, non prendevano
neanche in considerazione l'idea che ci potessero essere
“favoritismi” all'interno dell'Unione: i principi del Trattato di
Roma erano chiarissimi: gli Stati avevano uguali diritti all'interno
di quello che era il Mercato Comune.
Oggi
questo non accade: la differenza di trattamento nei confronti dei
singoli Paesi è evidente, e tutto ciò va contro gli stessi principi
fondativi dell'Unione.
Ma
il problema più grosso è secondo me nella politica di difesa, di
sicurezza, ed estera.
L'elezione
di Trump ha dato la chance all'Ue di potersi distaccare finalmente
“dall'ombrello NATO”.
Non
è sicuramente il “quarto mistero di Fatima”, infatti, che l'Ue,
da quando è nata, abbia sempre fatto gli interessi degli Stati
Uniti.
Andiamo
per ordine.
Gli
stati europei, presi ad uno ad uno, non possono contrapporsi
singolarmente alle tre potenze di fatto, USA, Russia e Cina, ed alla
quarta “in fieri”, l'India.
Gli
Stati europei devono necessariamente confederarsi sotto un'unica
bandiera, pena la propria sparizione dagli scenari geopolitici che
contano.
Poiché
causa ingerenze statunitensi, l'Europa non ha mai avuto praticamente
voce in capitolo in politica estera, l'elezione di Trump, il quale
sembrerebbe disinteressarsi abbastanza dello scenario politico
europeo, sarebbe l'occasione giusta per emanciparsi in politica
estera e smantellare la NATO per creare una difesa comune, dando
luogo ai presupposti per realizzare gli interessi
dei nostri Paesi, e non quelli di una Nazione esterna
all'Europa stessa, cioè gli Stati Uniti d’America che ci
assoggettano di fatto da ben 72 anni.
Troppe
volte infatti abbiamo calpestato il nostro tornaconto in nome di
quello americano.
Non
solo, la politica estera statunitense degli ultimi anni, ha creato i
presupposti di una destabilizzazione di tutte le aree adiacenti al
Vecchio Continente, col fine ultimo di destabilizzare proprio
quest'ultimo.
Lo
scopo degli USA, infatti, come ho già avuto modo di scrivere più
volte nel mio Blog, è sempre stato quello di
impedire la nascita della potenza politica e militare europea. E
se a questo si aggiunge che adesso “i nostri cari alleati
d'oltreoceano” stiano minando anche alle basi economiche
dell'Europa stessa, il quadro è completo.
Sembrerà
paradossale, ma gli USA hanno più paura di un'Europa realmente
unita, che non di Russia e Cina.
Gli
Stati Uniti hanno anche il terrore che un’Europa forte
politicamente e militarmente, nonché federata, possa stringere
rapporti soprattutto con la Russia. Da qui viene fuori la continua
volontà di distruggere qualsiasi forma di interazione ad ogni
livello Europa-Russia.
Quindi,
venendo a noi, l'Europa deve, in primo luogo, cambiare la politica
estera, di difesa e di sicurezza; in secondo luogo, cambiare le
politiche economiche, abbandonando l'austerity che sta favorendo
sempre più una ristrettissima popolazione di ricchissimi a discapito
del ceto medio che, nonostante condizioni economiche non
svantaggiose, vede erodersi sempre più i propri diritti sociali e
politici, ed aumentare la cooperazione tra Stati, eliminando
discrepanze e forme di disuguaglianza tra essi stessi.
Con
il secondo punto sovrascritto eviterà di implodere al suo interno.
Con
il primo punto, eviterà di essere la solita “ancilla” degli
Stati Uniti, e, finalmente potrà assurgere al ruolo di Potenza
mondiale che giustamente le spetta.
Qualora
ciò non avvenisse, l'Europa sarà costretta a morire, o
definitivamente, o come schiava di interessi altrui.
L'Europa
deve esistere ancora, ma deve cambiare!
Arnoldo
Folino