Compito
di un giornalista, ed ancor di più di un opinionista, come nel mio
caso, è quello di scavare nei fatti, non fermarsi in superficie, ed
andare sino in fondo.
Ancor
più importante questo compito lo è per un “contropinionista”,
cioè per un opinionista che fa controinformazione.
Credo
fermamente che un giornalista/opinionista si possa veramente definire
tale, quando risulti essere “superiore” al pensiero della massa e
si erga in maniera critica alla “media dei pensieri” che
circolano in quel determinato momento.
Facendo
degli esempi molto chiari, ritengo essere stati
giornalisti/opinionisti non asserviti al potere ed indipendenti,
coloro i quali siano stati contrari, per esempio, alla Guerra del
Golfo nel 1991, ed alla Guerra in Kosovo nel 1999.
Trovare
in quei due periodi storici sui mass media persone contrarie alle
suddette guerre era pressoché impossibile.
Eppure,
dopo tanti anni, i “pentiti” si contano a frotte e spuntano ogni
giorno in numero sempre superiore!
Senza
contare che, a mio modesto parere, il vero giornalista/opinionista si
vede non tanto in politica interna, quanto in politica estera: è
“troppo facile” criticare Berlusconi, o Prodi, o Renzi, o D'Alema
quando sono al potere, mentre è ben più difficile,
decisamente di più, criticare un intervento militare
italiano all'estero.
Quindi
il vero opinionista, è colui il quale, ha il coraggio di criticare
le scelte in politica estera, gli interventi militari all'estero, le
scelte, in generale, in campo militare, macro-economico, e
geopolitico.
Ebbene,
oggi, il vero opinionista/giornalista indipendente è quello, che,
come quei rarissimi nel 1991 (Guerra del Golfo), e, nel 1999 (Guerra
in Kosovo), critica l'atteggiamento occidentale ed un eventuale
futuro intervento militare nei confronti della Corea del Nord.
Siamo
pochissimi, me ne rendo conto, anzi, siamo rarissimi!
Ma
siamo gli unici che ci poniamo in maniera critica contro il pensiero
di una massa, bombardata dai “soliti” mezzi di informazione, che
ha perso il senso critico di ragionare, ingoiando tutto ciò che
viene ad essa propinato in “maniera bulimica”.
Una
vera e propria “indigestione di informazione”, dove vi sono
sempre, da un lato, un “cattivo a prescindere”, e, dall'altro
lato, dei “buoni a prescindere”.
Ragionando
a mente fredda senza farsi influenzare dai mass media, si scopre che
la Corea del Nord non ha firmato alcun Patto
di non Proliferazione Nucleare.
Si
scopre che Francia e USA continuano a fare test missilistici e
financo nucleari, senza che nessuno batta ciglio o imponga sanzioni
diplomatiche ed economiche contro di loro, nonostante, loro sì,
abbiano entrambi firmato il Trattato di non Proliferazione Nucleare.
Si
scopre che da anni gli USA continuano ad ammassare truppe al confine
delle due Coree ed a fare esercitazioni congiunte tra i due eserciti
insieme alla Corea del Sud, così come gli USA stessi, da anni
oramai, stanno ammassando truppe al confine, per esempio, con la
Russia.
Si
scopre che queste stesse truppe al confine con la Corea del Nord,
così come anche quelle al confine con la Russia, operano in un
continuo stato di provocazione nei confronti della Corea del Nord.
Sempre
ragionando a mente fredda, si evince che Kim Jong Un, dittatore
nordcoreano, non ha “scopi offensivi”, bensì “difensivi”.
Il
suo fine è avere “un'assicurazione sulla vita” per la sua
nazione: qualora la Corea del Nord abbia la nucleare ed un vettore
adeguato, la sua nazione sarà al sicuro da qualsiasi attacco
americano.
È
il tanto famigerato concetto di “deterrenza nucleare”!
In
tal senso posto un famoso scambio di battute tra Kennedy e Chruscev:
… Kennedy:
“Abbiamo missili nucleari in grado di distruggervi 30
volte.”
Chruscev: “Abbiamo missili nucleari in grado di distruggervi una sola volta, ed è quello di cui abbiamo bisogno.”…
Chruscev: “Abbiamo missili nucleari in grado di distruggervi una sola volta, ed è quello di cui abbiamo bisogno.”…
Lo
scopo, allora di Chruscev, oggi di Kim Jong Un, facendo una citazione
da Wikipedia, è che:
… “ogni
parte abbia sufficiente potenziale bellico da distruggere l'altra e
che ognuna delle parti, se attaccata dall'altra per qualsiasi motivo,
reagirebbe con forza pari o superiore o comunque paragonabile. Il
risultato più probabilmente attendibile è che la battaglia si
intensificherebbe al punto che ognuna delle parti causerebbe
all'altra - e, potenzialmente, anche ai suoi alleati - una
distruzione totale assicurata. Si assume che in questa situazione
nessuna delle parti sarebbe così irrazionale da rischiare la propria
distruzione; dunque nessuna delle parti - si suppone -
oserebbe lanciare il primo colpo.” …
Lo
scopo di Kim Jong Un è proprio questo.
Evitare
cioè che gli Stati Uniti lancino il primo colpo su di loro.
Lo
scopo di Kim Jong Un è proprio quello di garantire l'esistenza
politica e l'indipendenza politica della
propria nazione dalla minaccia imperialista e colonialista americana.
Non
posso non ammirare Kim Jong
Un quando difende
l'indipendenza della propria nazione dalla minaccia di diventare “la
solita colonia statunitense”, combattendo da anni contro
embarghi e sanzioni diplomatiche ed economiche ingiuste che
non fanno altro che aumentare il proprio alibi per il suo malgoverno
all'interno del proprio Paese.
Per
questa ragione sono contrario e bisognerebbe
essere contrari
ad ogni forma di minaccia nei confronti della Corea del Nord, la
quale ha tutto il
diritto di avere la propria autodeterminazione, considerato
anche che non è una minaccia per alcun Paese, Stati Uniti e
Giappone compresi, visto che “sperimenta” armi solo a
scopo difensivo.
Anzi,
non vorrei che a causa della solita “tendenza” degli Stati Uniti
ad essere gli “sceriffi” ed i “gendarmi del mondo”, possa
scatenarsi un irreparabile conflitto mondiale.
Per
questa ragione e per quanto detto, Kim Jong Un, uno statista che
merita grande ammirazione, e la Corea del Nord, hanno tutte le
ragioni a sperimentare e possedere l’atomica a scopo puramente
difensivo, ricalcando cioè il concetto sopracitato di
deterrenza.
Arnoldo
Folino