mercoledì 31 agosto 2016

UNA SANA LAICITÀ È SEMPRE AUSPICABILE!



Ad un ente per le opere di religione che gestisce le visite al Duomo di Monreale è venuto in mente di far indossare, all'ingresso della magnifica cattedrale, una sorta di “pastrano” a tutti coloro i quali indossano vestiti succinti.
Tale pastrano, leggero e sottile, lascia intravedere tutto ciò che il turista indossa e costa la “modica cifra” di 1€.

In tempi di discussione, soprattutto in Francia sulla liceità del burkini, ecco che spunta fuori il “burkini cattolico”!
Lo scopo, secondo l'ente, su incarico della fabbriceria, è quello di garantire una morigeratezza, un rigore ed un contegno nei costumi che si addicano alla “casa di dio”, luogo di preghiera e meditazione!

Tralasciando che naturalmente non si può entrare in chiesa nudi e tralasciando che naturalmente all'entrata in un luogo sacro, di qualunque religione esso sia, bisogna assumere un atteggiamento di assoluto rispetto, la decisione della fabbriceria sembra decisamente eccessiva.



Il problema è sempre lo stesso, l'intransigenza delle religioni nel voler sempre imporre un diktat prestabilito che spesso e volentieri lede le libertà dell'essere umano.

Siate sinceri, vi sembra giusto che le donne islamiche debbano indossare, obbligate dalla loro religione e dai loro mariti, il burkini in spiaggia?

Siate sinceri, vi sembra giusto che una donna occidentale, in pantaloncini corti per la calura estiva, debba indossare il burkini cattolico prima di entrare nel Duomo di Monreale?

In fondo la “casa di dio”, non dovrebbe accogliere tutti i fedeli, indipendentemente dal loro vestiario?
Anzi, non dovrebbe accogliere per prime proprio le cosiddette “pecorelle smarrite”?
Sempre ammesso che una donna in pantaloncini corti sia una pecorella smarrita…



Come ho scritto nel titolo, una sana laicità sarebbe sempre auspicabile in ogni situazione. Essa garantisce infatti libertà di espressione, non reprime l'animo umano e genera soprattutto una grande tolleranza verso l'altro o, ancor meglio, verso lo straniero o chi è diverso.

In fondo persino la Chiesa cattolica ha superato, nel corso del tempo gli anni bui del medioevo, della Controriforma e dell'Inquisizione.
Se ci fate caso, infatti, è come se l'Islam, in questo momento fosse come la Chiesa nella fase della suddetta Inquisizione cattolica.
In fondo, ciò che sta facendo l'Islam negli ultimi anni di radicalizzazione ed estremismo, lo ha già fatto la Chiesa qualche secolo fa.
La speranza è che, come la maggioranza di tali regole liberticide e antiliberali che ledono i diritti dell'essere umano siano state superate dalla religione cattolica, adesso siano superate anche da quella islamica.
E' come se debba nascere, spero nel più breve tempo possibile, un Illuminismo anche per l'Islam.
Un secolo dei lumi musulmano che apra le menti e le idee della loro religione, come l'Illuminismo ha avuto il grande pregio di aprire le menti e le idee del mondo occidentale facendo svanire, in moltissimi casi, i sopracitati secoli bui cattolici.



In fondo se la nostra civiltà presente si è distaccata dal medioevo, lo dobbiamo soprattutto al Secolo della Ragione.

Vi ricordate le “streghe” (presunte!) al rogo?
Il processo a Galileo?
I roghi di libri scomodi al Vaticano?

Le persecuzioni e le torture vaticane?

Le crociate?

Ecc., ecc. … L'elenco sarebbe lunghissimo…

Se oggi tutto ciò non avviene più, è perché abbiamo anteposto una sana laicità ai dogmi.
Il laicismo è tolleranza, è rispetto per l'altro.

Ecco perché le donne musulmane, in Stati che si professano libertari come la Francia o l'Italia, non dovrebbero indossare il burkini imposto dai loro mariti. Qualcuno potrebbe obiettare che vietare il burkini sarebbe un'imposizione.
Ma è un'imposizione ancora maggiore l'obbligo di indossare il tipico indumento da spiaggia che prescrivono i mariti musulmani alle loro donne.


È corretto, in un paese civile come si professa il nostro, che una donna sia costretta dal proprio marito ad indossare un indumento che nella stragrande maggioranza dei casi non vorrebbe indossare?

È corretto da parte dello Stato non intervenire a tutela di suddette donne prostrate dalla loro religione e dai loro mariti?

Naturalmente NO! Lo Stato deve intervenire: non può permettere che nel suo territorio si ledano i più normalissimi e banalissimi diritti umani!
Almeno sul “nostro suolo”, i diritti che valgono per le donne occidentali devono valere anche per quelle islamiche.
Vietare il burkini in spiaggia significa VIETARE UN DIVIETO, VIETARE UN'IMPOSIZIONE, VIETARE UNA COSTRIZIONE che uno Stato che si professa democratico ed attento ai diritti delle donne come quello italiano non può non attuare! Significa vietare il divieto che ha la donna musulmana di far vedere anche solo un centimetro quadrato di pelle che non siano le mani i piedi ed il viso…

Ecco perché alle donne occidentali che portano pantaloncini corti data la stagione estiva nel Duomo di Monreale, dovrebbe essere VIETATO L'OBBLIGO di indossare il pastrano imposto dalla fabbriceria solo perché fanno vedere pochi centimetri quadrati di pelle delle loro gambe…

Sì, la laicità è la cosa più auspicabile! Sempre!

Ma purtroppo, come sempre, entrano in gioco anche interessi economici: fino ad oggi, dal 2007, chi ha il marchio registrato del burkini ha venduto ben 500.000 pezzi…, mentre la fabbriceria del Duomo di Monreale guadagna 1€ per ogni pastrano venduto…

E poi dicono che le religioni siano solo “cura delle anime”…





Arnoldo Folino

lunedì 15 agosto 2016

L' ANTIDOPING È UNA FORMA DI DOPING DI STATO…



Sono ancora in corso le olimpiadi di Rio 2016 e spesso si sente parlare di doping. Si sente spesso insinuare che alcuni atleti sarebbero “puliti” mentre altri sarebbero dopati.

In realtà TUTTI si dopano. TUTTI gli atleti di TUTTE le nazioni, Italia compresa.
Credo infatti di parlare ad una platea di adulti e non mi sembra il caso di prenderci in giro con delle favolette dai buoni sentimenti tipiche del capitalismo.
Non esistono infatti le cosiddette “favole dello sport” dove atleti cosiddetti “puliti” vincono realizzando un “sogno”, che spesso e volentieri è il sogno della nazione che rappresentano e non il proprio personale.
E questa realtà, ripeto, non riguarda una sola nazione o poche altre nazioni, ma tutte. Prendersela con determinati atleti e determinati paesi ha solo lo scopo di perpetrare finalità e scopi politici, entrambe cose che dovrebbero esulare dal mondo dello sport.
Che Putin utilizzi lo sport per creare consenso all'interno della Federazione Russa è evidente. Ma tutto ciò lo fanno anche gli Stati Uniti, che “santificano” i loro beniamini medagliati ritenuti “puliti” ma in realtà dopatissimi come per esempio “l'osannatissimo” Carl Lewis, sempre con lo scopo di creare consenso all'interno della propria nazione.


 
E purtroppo tutto ciò lo facciamo anche noi italiani. Basti citare l'esempio di Renzi che, prima, mette pressione alla campionessa di fioretto Fiamingo mandandole diversi SMS la notte prima della gara per imporle di vincere l'oro, visto che l'indomani andrà ad assistere proprio a quell'incontro di scherma, e, dopo, da il “passaggio” “all'infortunato-sfortunato” campione di ciclismo Nibali con il suo aereo di Stato.
Tutti sanno che infatti a Renzi non è andato giù il fatto che in sua presenza “sul campo” a Rio l'Italia non abbia vinto neanche una medaglia d'oro, per la precisione la duecentesima medaglia d'oro olimpica, e tutti sanno che valore simbolico, ma soprattutto politico, avrebbe avuto per lui la vittoria di tale medaglia in sua presenza.



No, lo sport non dovrebbe essere questo, lo sport dovrebbe esulare dalla politica.

Ma purtroppo così non è. E tutto ciò accade senza soluzione di continuità dalla nascita dello sport moderno, cioè da Atene 1896.

Mi attirerò le critiche dei lettori, ma TUTTI gli atleti italiani alle olimpiadi si dopano.
Non ha senso mentire a noi stessi. Un'ammissione da parte di noi tutti italiani sarebbe auspicabile.

Quindi, proprio per il raggiungimento di risultati sportivi che servono per il raggiungimento di risultati politici, tramite le cosiddette sopracitate “favole sportive”, in tutte le nazioni tutti gli atleti fanno uso di sostanze dopanti, Italia in primis.
Ma tornando al titolo di questo articolo, se il doping serve per creare consenso politico, ma anche business, anche l'antidoping si prefigge gli stessi identici scopi.
Se infatti il doping serve alle nazioni come Russia, Stati Uniti e Italia per raggiungere il sopracitato consenso politico, l'antidoping, nelle mani di alcune specifiche nazioni, serve per colpirne altre sempre per scopi puramente politici e di consenso politico.

Ecco quindi che doping e antidoping sono entrambi la stessa faccia della stessa medaglia.

Ecco quindi che, poiché il doping è inevitabile per le ragioni suddette, l'antidoping che nasce da una sua costola peggiora la situazione generando un business ed una finalità politica ancora superiori.



A questo punto, visto che tutti si dopano, e visto che questo andazzo figlio del capitalismo non si può fermare, sarebbe più giusto e più etico liberalizzare il doping e mandare in pensione l'antidoping. In primo luogo perché lo sport cosiddetto pulito non è mai esistito, ed in secondo luogo, soprattutto, per vanificare il più possibile la ricerca di consenso delle nazioni: tutti saprebbero con certezza che i loro beniamini non sono puliti, e quindi il consenso che se ne ricaverebbe per i governanti sarebbe quasi nullo.
Non solo, mandare in pensione l'antidoping significherebbe far fuori definitivamente uno dei due business economici e, soprattutto, una “strategica” ma ingiusta ed iniqua arma politica nelle mani di sole pochissime nazioni al mondo, che, grazie ad esso, ottengono risultati politici rilevanti.

In pratica l'antidoping è anch'esso una forma di doping, un doping delle nazioni, un doping di Stato…

Ma poiché gli interessi in gioco sono rilevanti, avremo sempre il doping generalmente diffuso, ma vietato, e l'antidoping come “arma” e “strumento d'offesa” di una o due nazioni contro altre.

Questo è lo sport, in genere, dal 1896. Italia compresa.

Purtroppo…



Arnoldo Folino

martedì 2 agosto 2016

RIFORMA MADIA: IL SOGNO DEI “MERITEVOLI” SI E' AVVERATO…



Ecco a voi dei brevi spezzoni tratti da un articolo del “Corriere della Sera” on line di Lorenzo Salvia:

Sulla copertina c’è un bel timbro con la scritta «Top secret». E a leggere le 133 pagine che seguono si capisce bene il perché. La bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego cancella due incrollabili certezze dello statale, i due motivi che rendono il lavoro nel pubblico più sicuro di quello nel privato: il posto fisso e l’aumento automatico dello stipendio con gli scatti di anzianità.”

...Ogni anno, dice il documento, tutte le amministrazioni devono comunicare al ministero le «eccedenze di personale» rispetto alle «esigenze funzionali o alla situazione finanziaria». Detto brutalmente, i dipendenti che non servono o che la situazione di bilancio non consente di tenere in carico. Le «eccedenze» possono essere subito spostate in un altro ufficio, nel raggio di 50 chilometri da quello di provenienza con la mobilità obbligatoria. Altrimenti vengono messe in «disponibilità»: non lavorano e prendono l’80% dello stipendio con relativi contributi per la pensione. Ma se entro due anni non riescono a trovare un altro posto, anche accettando un inquadramento più basso con relativo taglio dello stipendio, il loro «rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto». Licenziati.”

...agli uffici che non comunicano le eccedenze ci sarà lo stop alle assunzioni e il procedimento disciplinare per il dirigente.”

...gli scatti di anzianità...Il nuovo testo unico, però, li cancella per sempre. Ogni anno tutti i dipendenti pubblici saranno valutati dai loro dirigenti per il lavoro fatto. E sulla base di quelle pagelle sarà assegnato un aumento, piccolo o grande a seconda delle risorse disponibili, a non più del 20% dei dipendenti per ogni amministrazione.”
ne.”



Leggendo non si può che rimanere inorriditi.

E così, Renzi, burattino dei potenti, uomo di paglia, successore del già a sua volta burattino dei potenti ed uomo di paglia Berlusconi, è riuscito dove l'ex cavaliere non era mai riuscito: smantellare il pubblico impiego.

E tutto ciò viene dopo aver smantellato la scuola, la sanità, il mondo del lavoro e l'articolo 18 e, soprattutto, la più bella costituzione del mondo che, nata dalle ceneri del nazifascismo, proteggeva gli interessi dei più deboli e delle fasce sociali meno abbienti.

Il “sogno berlusconiano” s'è avverato! Cioè s'è avverato il sogno dei potenti, delle logge massoniche, dei ricchi, delle lobby, a discapito di noi “cittadini italiani normali”.

La riforma Madia ha dell'incredibile. In nome di una falsa meritocrazia si propone di perpetrare, in ambito pubblico, un sistema clientelare senza precedenti dove il “leccaculismo” (perdonatemi la “crudezza” del termine, ma devo usarlo per essere “efficace”!) la farà da padrone. A differenza infatti di quello che ci vuole propinare Renzi non andrà avanti il più meritevole, ma quello che, agli occhi del dirigente, sarà più meritevole. Non ci saranno infatti riscontri oggettivi e decidere chi “più merita”, sarà solo “compito soggettivo” del capo. I “sottoposti” avranno un bel da fare nell'operare veri e propri “volteggi” e “piroette” nell'arte dell'ingraziarsi il dirigente. Si genererà un vero e proprio vortice clientelare, dove il rapporto ascendente sottoposto-dirigente-politico dirigerà non il “merito” o “l'efficienza” ma un amplesso di favori, voti di scambio e raccomandazioni. Alla faccia della meritocrazia: il sottoposto ruffiano e lecchino adulerà il dirigente, che ha potere di licenziarlo, il dirigente stesso, ruffiano e lecchino a sua volta, adulerà il politico, che ha il potere di rimuoverlo, il politico, infine, pretenderà il voto dai suoi sottoposti inferiori di grado, i quali, per “far funzionare” questo “ciclo” di questa macchina pubblica che per questo non funzionerà, continueranno a “leccare” i superiori in cambio del mantenimento del posto fisso e di qualche piccolo favore!




La parola chiave di questa riforma non è meritocrazia. Le parole chiave saranno: corruzione, adulazione, inefficienza, voto di scambio, favori e raccomandazioni!

E poi, siete così sicuri che trasferire la licenziabilità del privato nel pubblico crei efficienza?

Vi faccio degli esempi lampanti.

Il primo è Mediaset. Berlusconi è forse riuscito a creare un erede all'interno della sua azienda? Si è infatti circondato dei suoi figli, grandissimi ed evidentissimi incapaci, presenti nei posti di comando certamente non per merito, e del suo storico “cerchio magico” di lecchini/incapaci, neanche loro presenti lì per merito. I figli ed i dirigenti che hanno sempre e solo “adulato” (per usare un termine eufemistico!) sono riusciti a creare la piattaforma Mediaset Premium, ovvero un flop colossale che ha creato un buco altrettanto colossale nelle casse di Mediaset. Risultato? L'azienda di Cologno Monzese sta per essere scalata dal colosso francese “Vivendi” di Vincent Bollorè. Berlusconi stesso alza bandiera bianca, sapendo benissimo che i suoi dirigenti e soprattutto i suoi figli, cresciuti nel “ruffianesimo” e “nell'adulazione” più totale non sono in grado di gestire la sua azienda e preferisce, per il futuro dei suoi cinque eredi, affidare loro le rendite della vendita di ciò che aveva costruito grazie ad aiuti massonici (vedi P2), mafiosi (vedi Dell'Utri) e politici (vedi Craxi). D'altra parte se il “maestro”, in realtà “muratore”, Berlusconi è frutto di opera di servilismo nei confronti di Licio Gelli e Bettino Craxi, non potevano non essere frutto di servilismo anche i suoi “discepoli”. La fine di Mediaset ne sarà la conseguenza.

Il secondo esempio è Rodolfo De Benedetti, figlio del “grande” Carlo. Lui ed i suoi dirigenti, tutti “meritevoli” di stare al loro posto, con la grandissima “qualità”, anche loro, di essere dei “raffinati leccapiedi” hanno creato la piattaforma concorrente all'ENEL Sorgenia. Ve la ricordate? Un flop colossale anch'esso, che ha creato un ulteriore buco anch'esso colossale: 2 miliardi di euro! Il padre Carlo ha dovuto salvare il “meritevole” figlio Rodolfo, e, con l'aiuto dell'altro “meritevole” Renzi è riuscito a sbolognare Sorgenia alle banche.

Il terzo esempio è FIAT. Qui basta solo citare i “meritevolissimi” dirigenti societari e la “meritevolissima” famiglia Agnelli, che ha avuto il solo merito di far parte di una dinastia aziendale, i quali, tutti insieme, per far andar avanti la propria azienda hanno sempre letteralmente spolpato lo Stato e le sue casse con i soldi delle nostre tasse. E qual è il ringraziamento nei confronti di noi italiani che abbiamo sempre buttato letteralmente il sangue per le scelte scellerate della “meritevolissima” dirigenza FIAT? Semplice, spostare tutta l'azienda nei Paesi Bassi, dove si pagano meno tasse! E tutto ciò con il placet del “meritevole” Renzi…

Come vedete, quando i lobbisti, cioè De Benedetti e Agnelli, i lobbisti/politici, come Berlusconi, ed i politici tout court, come Renzi, tutti “meritevolissimi”, parlano di meritocrazia dovrebbero guardare un po' indietro nella loro storia personale e professionale. E rendersi conto che, se non avessero “leccato il culo” tutti e quattro (e scusatemi l'espressione scurrile, ma ci vuole!), non avrebbero raggiunto i risultati sperati. Cosa sarebbe stato Berlusconi senza aver adulato Craxi? Cosa sarebbero stati De Benedetti ed Agnelli se le loro aziende non avessero mai avuto aiuti dallo Stato e dalla politica? Cosa sarebbe stato Renzi se non avesse fatto il leccapiedi dei suoi dirigenti di partito di allora?

Il “meritevole” Berlusconi senza Craxi non esisterebbe e non avrebbe tre televisioni! Televisioni che ora probabilmente sarà costretto a cedere…

I “meritevoli” De Benedetti ed Agnelli, senza aiuti statali, rispettivamente ad Olivetti e FIAT, non sarebbero arrivati dove sono arrivati…

Il “meritevole” Renzi, senza una delle sue più “nobili qualità”, il “leccaculismo”, non sarebbe ora presidente del consiglio…

Tutti e quattro sono “meritevoli”, ma tutti e quattro hanno fallito.

Il mio merito ed il merito di tutti i lavoratori statali italiani non può e non deve essere giudicato da gente come loro, cioè da quattro “meritevolissimi” come loro!



Arnoldo Folino

“PENSIERI MARZOLINI” (SUL GIORNALISMO)

Non mi stancherò mai di ripeterlo, i mass media sono la più grande arma di distruzione di massa. La riprova l'abbia...