Ecco
a voi dei brevi spezzoni tratti da un articolo del “Corriere della
Sera” on line di Lorenzo Salvia:
“Sulla
copertina c’è un bel timbro con la scritta «Top secret». E a
leggere le 133 pagine che seguono si capisce bene il perché. La
bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego cancella due
incrollabili certezze dello statale, i due motivi che rendono il
lavoro nel pubblico più sicuro di quello nel privato: il posto fisso
e l’aumento automatico dello stipendio con gli scatti di
anzianità.”
“...Ogni
anno, dice il documento, tutte le amministrazioni devono comunicare
al ministero le «eccedenze di personale» rispetto alle «esigenze
funzionali o alla situazione finanziaria». Detto brutalmente, i
dipendenti che non servono o che la situazione di bilancio non
consente di tenere in carico. Le «eccedenze» possono essere subito
spostate in un altro ufficio, nel raggio di 50 chilometri da quello
di provenienza con la mobilità obbligatoria. Altrimenti vengono
messe in «disponibilità»: non lavorano e prendono l’80% dello
stipendio con relativi contributi per la pensione. Ma se entro due
anni non riescono a trovare un altro posto, anche accettando un
inquadramento più basso con relativo taglio dello stipendio, il loro
«rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto».
Licenziati.”
“...agli
uffici che non comunicano le eccedenze ci sarà lo stop alle
assunzioni e il procedimento disciplinare per il dirigente.”
“...gli
scatti di anzianità...Il nuovo testo unico, però, li cancella per
sempre. Ogni anno tutti i dipendenti pubblici saranno valutati dai
loro dirigenti per il lavoro fatto. E sulla base di quelle pagelle
sarà assegnato un aumento, piccolo o grande a seconda delle risorse
disponibili, a non più del 20% dei dipendenti per ogni
amministrazione.”
ne.”
Leggendo
non si può che rimanere inorriditi.
E
così, Renzi, burattino dei potenti, uomo di paglia, successore del
già a sua volta burattino dei potenti ed uomo di paglia Berlusconi,
è riuscito dove l'ex cavaliere non era mai riuscito: smantellare il
pubblico impiego.
E
tutto ciò viene dopo aver smantellato la scuola, la sanità, il
mondo del lavoro e l'articolo 18 e, soprattutto, la più bella
costituzione del mondo che, nata dalle ceneri del nazifascismo,
proteggeva gli interessi dei più deboli e delle fasce sociali meno
abbienti.
Il
“sogno berlusconiano” s'è avverato! Cioè s'è avverato il sogno
dei potenti, delle logge massoniche, dei ricchi, delle lobby, a
discapito di noi “cittadini italiani normali”.
La
riforma Madia ha dell'incredibile. In nome di una falsa meritocrazia
si propone di perpetrare, in ambito pubblico, un sistema clientelare
senza precedenti dove il “leccaculismo” (perdonatemi la
“crudezza” del termine, ma devo usarlo per essere “efficace”!)
la farà da padrone. A differenza infatti di quello che ci vuole
propinare Renzi non andrà avanti il più meritevole, ma quello che,
agli occhi del dirigente, sarà più meritevole. Non ci saranno
infatti riscontri oggettivi e decidere chi “più merita”, sarà
solo “compito soggettivo” del capo. I “sottoposti” avranno un
bel da fare nell'operare veri e propri “volteggi” e “piroette”
nell'arte dell'ingraziarsi il dirigente. Si genererà un vero e
proprio vortice clientelare, dove il rapporto ascendente
sottoposto-dirigente-politico dirigerà non il “merito” o
“l'efficienza” ma un amplesso di favori, voti di scambio e
raccomandazioni. Alla faccia della meritocrazia: il sottoposto
ruffiano e lecchino adulerà il dirigente, che ha potere di
licenziarlo, il dirigente stesso, ruffiano e lecchino a sua volta,
adulerà il politico, che ha il potere di rimuoverlo, il politico,
infine, pretenderà il voto dai suoi sottoposti inferiori di grado, i
quali, per “far funzionare” questo “ciclo” di questa macchina
pubblica che per questo non funzionerà, continueranno a “leccare”
i superiori in cambio del mantenimento del posto fisso e di qualche
piccolo favore!
La
parola chiave di questa riforma non è meritocrazia. Le parole chiave
saranno: corruzione, adulazione, inefficienza, voto di scambio,
favori e raccomandazioni!
E
poi, siete così sicuri che trasferire la licenziabilità del privato
nel pubblico crei efficienza?
Vi
faccio degli esempi lampanti.
Il
primo è Mediaset. Berlusconi è forse riuscito a creare un erede
all'interno della sua azienda? Si è infatti circondato
dei suoi figli, grandissimi ed evidentissimi incapaci, presenti nei
posti di comando certamente non per merito, e del suo storico
“cerchio magico” di lecchini/incapaci,
neanche loro presenti lì per merito. I figli ed i
dirigenti che hanno sempre e solo “adulato” (per usare un
termine eufemistico!) sono riusciti a creare la piattaforma Mediaset
Premium, ovvero un flop colossale che ha creato un buco altrettanto
colossale nelle casse di Mediaset. Risultato? L'azienda di Cologno
Monzese sta per essere scalata dal colosso francese “Vivendi” di
Vincent Bollorè. Berlusconi stesso alza bandiera bianca,
sapendo benissimo che i suoi dirigenti e soprattutto i suoi figli,
cresciuti nel “ruffianesimo” e “nell'adulazione” più totale
non sono in grado di gestire la sua azienda e preferisce, per il
futuro dei suoi cinque eredi, affidare loro le rendite della vendita
di ciò che aveva costruito grazie ad aiuti
massonici (vedi P2), mafiosi (vedi Dell'Utri) e politici (vedi
Craxi). D'altra parte se il
“maestro”, in realtà “muratore”, Berlusconi è frutto di
opera di servilismo nei confronti di Licio Gelli e Bettino Craxi, non
potevano non essere frutto di servilismo anche i suoi “discepoli”.
La fine di Mediaset ne sarà la conseguenza.
Il
secondo esempio è Rodolfo De Benedetti, figlio del “grande”
Carlo. Lui ed i suoi dirigenti, tutti “meritevoli” di stare al
loro posto, con la grandissima “qualità”, anche loro, di essere
dei “raffinati leccapiedi” hanno creato la piattaforma
concorrente all'ENEL Sorgenia. Ve la ricordate? Un flop colossale
anch'esso, che ha creato un ulteriore buco anch'esso colossale: 2
miliardi di euro! Il padre Carlo ha dovuto salvare il
“meritevole” figlio Rodolfo, e, con l'aiuto dell'altro
“meritevole” Renzi è riuscito a sbolognare Sorgenia alle banche.
Il
terzo esempio è FIAT. Qui basta solo citare i
“meritevolissimi” dirigenti societari e la “meritevolissima”
famiglia Agnelli, che ha avuto il solo merito di far parte di una
dinastia aziendale, i quali, tutti insieme, per far andar avanti la
propria azienda hanno sempre letteralmente spolpato lo Stato e le sue
casse con i soldi delle nostre tasse. E qual è il
ringraziamento nei confronti di noi italiani che abbiamo sempre
buttato letteralmente il sangue per le scelte scellerate della
“meritevolissima” dirigenza FIAT? Semplice, spostare tutta
l'azienda nei Paesi Bassi, dove si pagano meno tasse! E tutto ciò
con il placet del “meritevole” Renzi…
Come
vedete, quando i lobbisti, cioè De Benedetti e Agnelli, i
lobbisti/politici, come Berlusconi, ed i politici tout court, come
Renzi, tutti “meritevolissimi”, parlano di meritocrazia
dovrebbero guardare un po' indietro nella loro storia personale e
professionale. E rendersi conto che, se non avessero “leccato il
culo” tutti e quattro (e scusatemi l'espressione scurrile, ma ci
vuole!), non avrebbero raggiunto i risultati sperati. Cosa sarebbe
stato Berlusconi senza aver adulato Craxi? Cosa sarebbero stati De
Benedetti ed Agnelli se le loro aziende non avessero mai avuto aiuti
dallo Stato e dalla politica? Cosa sarebbe stato Renzi se non avesse
fatto il leccapiedi dei suoi dirigenti di partito di allora?
Il
“meritevole” Berlusconi senza Craxi non esisterebbe e non avrebbe
tre televisioni! Televisioni che ora probabilmente
sarà costretto a cedere…
I
“meritevoli” De Benedetti ed Agnelli, senza aiuti statali,
rispettivamente ad Olivetti e FIAT, non sarebbero arrivati dove sono
arrivati…
Il
“meritevole” Renzi, senza una delle sue più “nobili qualità”,
il “leccaculismo”, non sarebbe ora presidente del consiglio…
Tutti
e quattro sono “meritevoli”, ma tutti e quattro hanno fallito.
Il
mio merito ed il merito di tutti i lavoratori statali italiani non
può e non deve essere giudicato da gente come loro, cioè da quattro
“meritevolissimi” come loro!
Arnoldo
Folino
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