martedì 2 agosto 2016

RIFORMA MADIA: IL SOGNO DEI “MERITEVOLI” SI E' AVVERATO…



Ecco a voi dei brevi spezzoni tratti da un articolo del “Corriere della Sera” on line di Lorenzo Salvia:

Sulla copertina c’è un bel timbro con la scritta «Top secret». E a leggere le 133 pagine che seguono si capisce bene il perché. La bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego cancella due incrollabili certezze dello statale, i due motivi che rendono il lavoro nel pubblico più sicuro di quello nel privato: il posto fisso e l’aumento automatico dello stipendio con gli scatti di anzianità.”

...Ogni anno, dice il documento, tutte le amministrazioni devono comunicare al ministero le «eccedenze di personale» rispetto alle «esigenze funzionali o alla situazione finanziaria». Detto brutalmente, i dipendenti che non servono o che la situazione di bilancio non consente di tenere in carico. Le «eccedenze» possono essere subito spostate in un altro ufficio, nel raggio di 50 chilometri da quello di provenienza con la mobilità obbligatoria. Altrimenti vengono messe in «disponibilità»: non lavorano e prendono l’80% dello stipendio con relativi contributi per la pensione. Ma se entro due anni non riescono a trovare un altro posto, anche accettando un inquadramento più basso con relativo taglio dello stipendio, il loro «rapporto di lavoro si intende definitivamente risolto». Licenziati.”

...agli uffici che non comunicano le eccedenze ci sarà lo stop alle assunzioni e il procedimento disciplinare per il dirigente.”

...gli scatti di anzianità...Il nuovo testo unico, però, li cancella per sempre. Ogni anno tutti i dipendenti pubblici saranno valutati dai loro dirigenti per il lavoro fatto. E sulla base di quelle pagelle sarà assegnato un aumento, piccolo o grande a seconda delle risorse disponibili, a non più del 20% dei dipendenti per ogni amministrazione.”
ne.”



Leggendo non si può che rimanere inorriditi.

E così, Renzi, burattino dei potenti, uomo di paglia, successore del già a sua volta burattino dei potenti ed uomo di paglia Berlusconi, è riuscito dove l'ex cavaliere non era mai riuscito: smantellare il pubblico impiego.

E tutto ciò viene dopo aver smantellato la scuola, la sanità, il mondo del lavoro e l'articolo 18 e, soprattutto, la più bella costituzione del mondo che, nata dalle ceneri del nazifascismo, proteggeva gli interessi dei più deboli e delle fasce sociali meno abbienti.

Il “sogno berlusconiano” s'è avverato! Cioè s'è avverato il sogno dei potenti, delle logge massoniche, dei ricchi, delle lobby, a discapito di noi “cittadini italiani normali”.

La riforma Madia ha dell'incredibile. In nome di una falsa meritocrazia si propone di perpetrare, in ambito pubblico, un sistema clientelare senza precedenti dove il “leccaculismo” (perdonatemi la “crudezza” del termine, ma devo usarlo per essere “efficace”!) la farà da padrone. A differenza infatti di quello che ci vuole propinare Renzi non andrà avanti il più meritevole, ma quello che, agli occhi del dirigente, sarà più meritevole. Non ci saranno infatti riscontri oggettivi e decidere chi “più merita”, sarà solo “compito soggettivo” del capo. I “sottoposti” avranno un bel da fare nell'operare veri e propri “volteggi” e “piroette” nell'arte dell'ingraziarsi il dirigente. Si genererà un vero e proprio vortice clientelare, dove il rapporto ascendente sottoposto-dirigente-politico dirigerà non il “merito” o “l'efficienza” ma un amplesso di favori, voti di scambio e raccomandazioni. Alla faccia della meritocrazia: il sottoposto ruffiano e lecchino adulerà il dirigente, che ha potere di licenziarlo, il dirigente stesso, ruffiano e lecchino a sua volta, adulerà il politico, che ha il potere di rimuoverlo, il politico, infine, pretenderà il voto dai suoi sottoposti inferiori di grado, i quali, per “far funzionare” questo “ciclo” di questa macchina pubblica che per questo non funzionerà, continueranno a “leccare” i superiori in cambio del mantenimento del posto fisso e di qualche piccolo favore!




La parola chiave di questa riforma non è meritocrazia. Le parole chiave saranno: corruzione, adulazione, inefficienza, voto di scambio, favori e raccomandazioni!

E poi, siete così sicuri che trasferire la licenziabilità del privato nel pubblico crei efficienza?

Vi faccio degli esempi lampanti.

Il primo è Mediaset. Berlusconi è forse riuscito a creare un erede all'interno della sua azienda? Si è infatti circondato dei suoi figli, grandissimi ed evidentissimi incapaci, presenti nei posti di comando certamente non per merito, e del suo storico “cerchio magico” di lecchini/incapaci, neanche loro presenti lì per merito. I figli ed i dirigenti che hanno sempre e solo “adulato” (per usare un termine eufemistico!) sono riusciti a creare la piattaforma Mediaset Premium, ovvero un flop colossale che ha creato un buco altrettanto colossale nelle casse di Mediaset. Risultato? L'azienda di Cologno Monzese sta per essere scalata dal colosso francese “Vivendi” di Vincent Bollorè. Berlusconi stesso alza bandiera bianca, sapendo benissimo che i suoi dirigenti e soprattutto i suoi figli, cresciuti nel “ruffianesimo” e “nell'adulazione” più totale non sono in grado di gestire la sua azienda e preferisce, per il futuro dei suoi cinque eredi, affidare loro le rendite della vendita di ciò che aveva costruito grazie ad aiuti massonici (vedi P2), mafiosi (vedi Dell'Utri) e politici (vedi Craxi). D'altra parte se il “maestro”, in realtà “muratore”, Berlusconi è frutto di opera di servilismo nei confronti di Licio Gelli e Bettino Craxi, non potevano non essere frutto di servilismo anche i suoi “discepoli”. La fine di Mediaset ne sarà la conseguenza.

Il secondo esempio è Rodolfo De Benedetti, figlio del “grande” Carlo. Lui ed i suoi dirigenti, tutti “meritevoli” di stare al loro posto, con la grandissima “qualità”, anche loro, di essere dei “raffinati leccapiedi” hanno creato la piattaforma concorrente all'ENEL Sorgenia. Ve la ricordate? Un flop colossale anch'esso, che ha creato un ulteriore buco anch'esso colossale: 2 miliardi di euro! Il padre Carlo ha dovuto salvare il “meritevole” figlio Rodolfo, e, con l'aiuto dell'altro “meritevole” Renzi è riuscito a sbolognare Sorgenia alle banche.

Il terzo esempio è FIAT. Qui basta solo citare i “meritevolissimi” dirigenti societari e la “meritevolissima” famiglia Agnelli, che ha avuto il solo merito di far parte di una dinastia aziendale, i quali, tutti insieme, per far andar avanti la propria azienda hanno sempre letteralmente spolpato lo Stato e le sue casse con i soldi delle nostre tasse. E qual è il ringraziamento nei confronti di noi italiani che abbiamo sempre buttato letteralmente il sangue per le scelte scellerate della “meritevolissima” dirigenza FIAT? Semplice, spostare tutta l'azienda nei Paesi Bassi, dove si pagano meno tasse! E tutto ciò con il placet del “meritevole” Renzi…

Come vedete, quando i lobbisti, cioè De Benedetti e Agnelli, i lobbisti/politici, come Berlusconi, ed i politici tout court, come Renzi, tutti “meritevolissimi”, parlano di meritocrazia dovrebbero guardare un po' indietro nella loro storia personale e professionale. E rendersi conto che, se non avessero “leccato il culo” tutti e quattro (e scusatemi l'espressione scurrile, ma ci vuole!), non avrebbero raggiunto i risultati sperati. Cosa sarebbe stato Berlusconi senza aver adulato Craxi? Cosa sarebbero stati De Benedetti ed Agnelli se le loro aziende non avessero mai avuto aiuti dallo Stato e dalla politica? Cosa sarebbe stato Renzi se non avesse fatto il leccapiedi dei suoi dirigenti di partito di allora?

Il “meritevole” Berlusconi senza Craxi non esisterebbe e non avrebbe tre televisioni! Televisioni che ora probabilmente sarà costretto a cedere…

I “meritevoli” De Benedetti ed Agnelli, senza aiuti statali, rispettivamente ad Olivetti e FIAT, non sarebbero arrivati dove sono arrivati…

Il “meritevole” Renzi, senza una delle sue più “nobili qualità”, il “leccaculismo”, non sarebbe ora presidente del consiglio…

Tutti e quattro sono “meritevoli”, ma tutti e quattro hanno fallito.

Il mio merito ed il merito di tutti i lavoratori statali italiani non può e non deve essere giudicato da gente come loro, cioè da quattro “meritevolissimi” come loro!



Arnoldo Folino

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