Partiamo dalle seconda vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto in centro Italia.
In essa vi è scritto: “Italiani, non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case, ma la mafia!”.
Qualcuno, sbagliando, s'è indignato.
Amatrice querelerà la nota rivista satirica francese, sbagliando.
Andando per vie legali, infatti, la comunità del paese laziale non farà altro che dare molta più importanza ed interesse, entrambi gratuiti, ad un semplice disegno, che, farebbe bene ad ignorare con superiorità.
Ma tralasciando tutto ciò, tutti gli italiani si sono indignati per la parola “mafia”, gridando all'unisono che, in primo luogo, non è la mafia che ha costruito le case nelle zone terremotate, e che, in secondo luogo, si tratterebbe della solita campagna denigratoria nei confronti degli italiani, definiti per l'appunto con lo “stigma” di “mafiosi”.
Sul secondo caso, vale la risposta che ho dato sopra riguardo la querela fatta dalla comunità di Amatrice a Charlie Hebdo.
Per
quanto riguarda il primo caso, invece, gli italiani, dovrebbero
tenere in alta considerazione le parole del vignettista.
In
centro Italia non c'è la mafia e non è la mafia che ha costruito le
case?
La
risposta è “Nì”!
Le
case costruite nelle zone terremotate, ma anche nella gran parte del
resto d'Italia, non rispettano le norme sismiche per incuria dei
nostri governanti, ma, soprattutto, per ricerca di danaro e profitti
illeciti dei nostri amministratori e dei costruttori?
La
risposta è purtroppo Sì!
Riferendomi
alla prima domanda retorica che mi sono posto, purtroppo oramai
dovrebbe essere a conoscenza di tutti che le quattro mafie italiane
non sono presenti solo al sud, ma anche nel resto d'Italia.
E
che, sempre purtroppo, tali quattro mafie sono attivissime per quanto
riguarda appalti, tangenti ed opere pubbliche o private,
probabilmente più al nord e al centro del paese, dove il business è
superiore per maggiore concentrazione di potere economico, che al
sud.
Il
“Nì” dato come risposta alla mia domanda retorica, risiede nel
fatto che purtroppo, nelle zone terremotate, la mafia è sicuramente
intervenuta per la costruzione o ristrutturazione di diversi edifici…
Per
quanto riguarda invece la seconda risposta alla seconda domanda
retorica, il Sì è purtroppo netto, e questo vale per tutte le zone
d'Italia.
I
nostri amministratori purtroppo non brillano per efficienza e
l'incuria la fa da padrona.
Ma
ciò che ancor di più ci rende basiti è la corruzione del nostro
sistema amministrativo in combutta con i costruttori: i nostri
governanti, in cambio di tangenti, appaltano la costruzione o la
ristrutturazione di edifici ad aziende, che, per lucrare sulla vita
della povera gente, risparmiano su tutto, sui materiali, e non
rispettano le più elementari norme sismiche obbligatorie vigenti.
Il
risultato è sotto gli occhi di tutti: L'Aquila 2009, Emilia 2012,
centro Italia 2016.
Quindi
chi fa finta di indignarsi per la “parolina” “mafia”, non
considerando soprattutto il riferimento alla corruzione dilagante del
nostro sistema amministrativo, dovrebbe considerare che questa è
purtroppo la triste realtà che riguarda tutt'Italia nella sua
intierezza.
Ma
la “mafia” ed il sistema prima del terremoto in centro Italia non
saranno niente rispetto alla mafia ed al sistema dopo il terremoto.
Come
infatti ci hanno insegnato i casi precedenti di L'Aquila e
dell'Emilia, le quattro mafie metteranno le loro mani sugli appalti
per la ricostruzione.
E
purtroppo sarà un fiorire di tangenti e mancati rispetti di
normative antisismiche.
La
ricostruzione sarà il solito sporco business di costruttori, mafie e
politici.
Il
terremoto ad Amatrice non è ancora terminato, anzi è appena
iniziato.
Adesso
comincia il terremoto della corruzione, delle tangenti e degli
appalti truccati, della mafia.
Se
fra qualche anno dovesse anche esserci un ulteriore “terremoto
fisico” (e speriamo di no!), tutte le case ricostruite crolleranno
di nuovo.
Il
terremoto di Amatrice non si è ancora mai fermato.
Anzi
non è iniziato il 24/08/2016, ma il 02//06/1946, cioè 70 anni fa.
Il
terremoto, non figlio della natura, ma della mano dell'uomo, avviene
da quando è nato il sistema-capitalismo.
Sistema
che non morirà nel breve termine perché profondamente permeato nel
tessuto sociale.
Finché
il modo di costruire, ricostruire e ristrutturare sarà infatti tale,
avremo purtroppo mille Amatrice, mille Modena e mille L'Aquila.
Solo
cambiando il sistema non avremo più queste tragedie.
Non
basta proporre leggi inutili, piani di emergenza fini a se stessi o
scovare “trovate” che hanno il solo scopo di generare profitti
come il certificato antisismico: tutto ciò, anche se “pieno di
volontà” è totalmente ininfluente se non si cambia registro
modificando le metodologie di approccio alla costruzione di qualunque
edificio, sia esso pubblico o privato.
Ma
per cambiare il sistema bisogna ripulire la politica, mettere il
bavaglio alla mafia, rendere al minimo la corruzione, e per tutto ciò
ci vorrà molto tempo.
Intanto
l'Italia rischia.
Ci
saranno nuovi terremoti, nuove tragedie.
Il
terremoto di Amatrice non è cominciato qualche giorno fa.
Il
terremoto di Amatrice non è ancora finito.
Il
terremoto di Amatrice continuerà ancora per lungo tempo.
Anzi,
Amatrice, il tuo VERO terremoto comincia proprio ora!
Arnoldo
Folino