Non
potevo non fare un po’ di “contropinione” dei fatti accaduti
recentemente a Rosarno. Bisogna analizzare l’accaduto sotto due
punti di vista, quello del fatto in se, e quello di ciò che sta
dietro il fatto stesso.
Per
quanto riguarda il fatto in se, non ho sentito praticamente quasi
nessuno ammettere che il carabiniere ferito al volto vicino
all’occhio destro e al braccio dal giovane africano con un coltello
abbia fatto bene a sparare. Qualcuno potrebbe dire che avrebbe potuto
colpire il braccio dove il giovane brandiva l’arma bianca ma quando
una persona si vede assalita da un malintenzionato con in mano un
coltello, e quest’ultimo la ferisce vicino ad un occhio e ad un
braccio, tale persona, in evidente pericolo di vita, ha tutto il
diritto, per legittima difesa, di difendersi e sparare per salvarsi:
sono infatti sicuro che il nostro tutore delle forze dell’ordine ha
avuto tutte le sue buone ragioni per sparare il maliano all’addome
poiché in questo caso particolare ha riscontrato un’evidente,
classica e pericolosissima situazione di pericolo di vita. Bisogna
poi considerare che l’atto perpetrato dal giovane africano del Mali
altro non è che un vero e proprio TENTATO OMICIDIO, e questo mi
sembra che non l’abbia detto praticamente nessuno. Quindi, visto
che per fortuna non abitiamo negli USA dove i poliziotti hanno il
“grilletto facile”, mi sembra doveroso, anche per rispetto nei
confronti dell’Arma, considerato che in questa particolare
situazione non si poteva fare altrimenti, affermare con tutta
tranquillità che il carabiniere abbia fatto bene a sparare,
soprattutto per evitare che possano riaccadere, per emulazione, fatti
simili di VIOLENZA che non devono e possono subire né i nostri
tutori delle forze dell’ordine, né, eventualmente, meno che meno,
cittadini privati. Far rispettare le regole della nazione ospitante,
cioè l’Italia, penso che sia un atto dovuto ed una cosa
FONDAMENTALE.
Analizzando
invece l’accaduto riguardo ciò che gli sta dietro, non si può non
considerare la disumanità in cui vivono gli immigrati che abitano le
tendopoli e le baraccopoli e soprattutto il fenomeno del caporalato.
Entrambe le situazioni, decisamente insostenibili, fanno “esplodere”
situazioni come il recentissimo tentato omicidio del giovane maliano
a Rosarno ed i fatti, sempre di Rosarno, del 2010. Gli immigrati sono
sfruttati in maniera riprovevole, le loro condizioni di vita sono
devastanti: tutto ciò determina una tale instabilità psichica ed un
tale senso di precarietà nel loro animo da far sì che esplodano
violenze inaudite, che, ripeto, come ho scritto sopra, sono
INGIUSTIFICABILI e non devono essere MAI COMMESSE: la GIUSTA
PROTESTA dei giovani immigrati deve sempre rimanere in AMBITI CIVILI,
deve essere forte, presente, ben visibile, ma MAI VIOLENTA e SEMPRE
CIVILE: i nostri emigrati italiani dell’ottocento e
del novecento, infatti, raramente sono arrivati a tali atti di
violenza, eppure anche loro hanno vissuto in condizioni disumane.
Le
cause dello sfruttamento del lavoro degli immigrati sono da ricercare
nei cambiamenti economici e nell’esasperazione del già nefasto
capitalismo. Il caporalato, infatti, pratica presente in Italia da
diversi secoli, è andato degenerando col tempo a causa della
concorrenza internazionale dei prodotti agricoli esteri che entrano
nel mercato italiano ad un prezzo inferiore di quello dei nostri
prodotti. I costi di produzione e di manodopera più bassi dei
prodotti esteri hanno fatto sì che i nostri agricoltori, per restare
competitivi sul mercato, abbiano puntato sullo sfruttamento disumano
del lavoro dei migranti.
Come
sempre la colpa è del capitalismo, un sistema non meno
turpe ed insensato del socialismo reale.
Come
sempre la colpa è del dio denaro, vero motore del mondo capitalista.
Finché
infatti esisterà questo sistema sociale ed economico disumano e
alienante, dove l’uomo, in questo caso l’immigrato, è visto come
uno “strumento”, ossia come una specie di “robot”, da
sfruttare per le ragioni di un mercato senza senso e schizofrenico,
fatti come quelli di Rosarno faranno sempre parte della nostra
attualità.
Nel
frattempo un giovane di quasi trent’anni è morto ed un carabiniere
avrà per sempre il viso sfregiato. E il tutto per che cosa? Per
raccogliere in maniera disumana delle arance che, in gran quantità,
saranno persino BUTTATE o DISTRUTTE per tenerne alto il prezzo…
Questo
è il nostro insensato capitalismo che tutti amano definire “bello”…
Arnoldo
Folino
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