domenica 8 maggio 2016

NEGAZIONISMO: ADESSO SI RISCHIA LA RECLUSIONE. QUESTO E’ FASCISMO!




Il senato, correggendo il testo della camera, approva il ddl che introduce nell’ordinamento italiano l’aggravante del negazionismo. Dalla legge Mancino del 1993 scompare l’avverbio "pubblicamente", riferito all’istigazione, ma per la punizione con reclusione da 2 a 6 anni, ci dovrà essere un concreto pericolo di diffusione di idee negazioniste della Shoah, o di crimini di genocidio, o di crimini contro l'umanità o di crimini di guerra. Il negazionismo diventerà un'aggravante rispetto ai reati di discriminazione razziale, etnica e religiosa e reati di xenofobia.
Sicuramente il negazionismo è un problema che può avere una certa rilevanza in un paese come il nostro soggetto al ventennio fascista ed alle leggi razziali del 1938 i quali entrambi hanno segnato sicuramente la pagina più brutta della storia d’Italia.
Sicuramente, in un momento come questo della storia, con continui arrivi di immigrati in Europa e in special modo in Italia, il negazionismo può rappresentare un “brodo di coltura” per la nascita di episodi xenofobi che devono essere assolutamente contrastati nei confronti del “diverso”, che è ricchezza sociale.
Sicuramente negare genocidi REALMENTE ACCADUTI è quanto di più riprovevole dal punto di vista etico ed umano possa esistere: solo una persona gretta nell’animo può negare la morte di centinaia di migliaia o di milioni di persone.



Ma bisognerebbe considerare anche la libertà d’espressione: tralasciando la Shoah ed altri genocidi “evidenti” realmente accaduti, si può considerare negazionismo negare genocidi o crimini contro l’umanità, quando quest’ultimi stessi fanno solo parte di propagande mediatiche generate ad hoc per giustificare, per esempio, delle guerre nate per puro interesse economico o geopolitico e non per scopi umanitari? E’ inevitabile pensare alla guerra in Kosovo del 1999: la NATO fece una campagna mediatica martellante per giustificare l’intervento aereo bombardando (non solo il suolo slavo con le bombe) l’opinione pubblica con la pulizia etnica ed il genocidio operato dai serbi nei confronti dell’etnia albanese. Ebbene, che ci siano stati dei morti tra la popolazione albanese per mano serba questo è innegabile, ma non nelle cifre enormemente gonfiate che “sparò” la NATO e soprattutto tali morti vanno considerati nell’ambito di un “normale” conflitto tra due fazioni, e non nell’ambito di un genocidio che non c’è MAI stato. Il “genocidio”, “creato” ad hoc, è servito alla NATO per installare in Kosovo la più grande base militare dei Balcani, Camp Bondsteel, e per portare avanti gli interessi USA a discapito di quelli Russi: le ragioni umanitarie non esistono.



A questo punto, sarebbe giusto che un cittadino italiano rischi la reclusione qualora affermi che il genocidio dell’etnia albanese in Kosovo sia una “bufala” come in realtà è? Naturalmente no!
Non solo, sarebbe giusto imporre la propria visione di pensiero ad una persona che la pensa diversamente, anche se per esempio nel caso del genocidio in Ruanda, negandolo, avesse evidentemente torto? Naturalmente no!
Sarebbe giusto, facendo un altro esempio in generale, se un potente qualunque imponendo ad un normale cittadino come voi la propria versione dei fatti non veritiera vi imponesse anche l’impossibilità di negarla? Naturalmente no!
In un mondo governato dai mass media, in cui ci si può letteralmente inventare una notizia ex-novo, in un mondo in cui vi è una sola nazione che decide chi è “buono” e chi è “cattivo”, sarebbe giusto condannare una persona per negazionismo se quest’ultima nega una cosa che in realtà non esiste? Naturalmente no!


In sintesi con l’approvazione di questo decreto si lede fortemente la libertà d’espressione, a vantaggio della superpotenza che decide qual è genocidio e quale no e chi è “giusto” e chi “cattivo” in maniera arbitraria, senza che noi possiamo opporci, o, anche semplicemente oramai affermare il contrario, cioè negare.

Questa non è libertà. Questo è FASCISMO….



Arnoldo Folino

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