Il
senato, correggendo il testo della camera, approva il ddl che
introduce nell’ordinamento italiano l’aggravante del
negazionismo. Dalla legge Mancino del 1993 scompare l’avverbio
"pubblicamente", riferito all’istigazione, ma per la
punizione con reclusione da 2 a 6 anni, ci dovrà essere un concreto
pericolo di diffusione di idee negazioniste della Shoah, o di crimini
di genocidio, o di crimini contro l'umanità o di crimini di guerra.
Il negazionismo diventerà un'aggravante rispetto ai reati di
discriminazione razziale, etnica e religiosa e reati di xenofobia.
Sicuramente
il negazionismo è un problema che può avere una certa rilevanza in
un paese come il nostro soggetto al ventennio fascista ed alle leggi
razziali del 1938 i quali entrambi hanno segnato sicuramente la
pagina più brutta della storia d’Italia.
Sicuramente,
in un momento come questo della storia, con continui arrivi di
immigrati in Europa e in special modo in Italia, il negazionismo può
rappresentare un “brodo di coltura” per la nascita di episodi
xenofobi che devono essere assolutamente contrastati nei confronti
del “diverso”, che è ricchezza sociale.
Sicuramente
negare genocidi REALMENTE ACCADUTI è quanto di più riprovevole dal
punto di vista etico ed umano possa esistere: solo una persona gretta
nell’animo può negare la morte di centinaia di migliaia o di
milioni di persone.
Ma
bisognerebbe considerare anche la libertà d’espressione:
tralasciando la Shoah ed altri genocidi “evidenti” realmente
accaduti, si può considerare negazionismo negare genocidi o
crimini contro l’umanità, quando quest’ultimi stessi fanno solo
parte di propagande mediatiche generate ad hoc per giustificare, per
esempio, delle guerre nate per puro interesse economico o geopolitico
e non per scopi umanitari? E’ inevitabile pensare alla guerra
in Kosovo del 1999: la NATO fece una campagna mediatica martellante
per giustificare l’intervento aereo bombardando (non solo il suolo
slavo con le bombe) l’opinione pubblica con la pulizia etnica ed il
genocidio operato dai serbi nei confronti dell’etnia albanese.
Ebbene, che ci siano stati dei morti tra la popolazione albanese per
mano serba questo è innegabile, ma non nelle cifre enormemente
gonfiate che “sparò” la NATO e soprattutto tali morti vanno
considerati nell’ambito di un “normale” conflitto tra due
fazioni, e non nell’ambito di un genocidio che non c’è MAI
stato. Il “genocidio”, “creato” ad hoc,
è servito alla NATO per installare in Kosovo la più grande base
militare dei Balcani, Camp Bondsteel, e per portare avanti gli
interessi USA a discapito di quelli Russi: le ragioni
umanitarie non esistono.
A
questo punto, sarebbe giusto che un cittadino italiano rischi la
reclusione qualora affermi che il genocidio dell’etnia albanese in
Kosovo sia una “bufala” come in realtà è? Naturalmente no!
Non
solo, sarebbe giusto imporre la propria visione di pensiero ad una
persona che la pensa diversamente, anche se per esempio nel caso del
genocidio in Ruanda, negandolo, avesse evidentemente torto?
Naturalmente no!
Sarebbe
giusto, facendo un altro esempio in generale, se un potente qualunque
imponendo ad un normale cittadino come voi la propria versione dei
fatti non veritiera vi imponesse anche l’impossibilità di negarla?
Naturalmente no!
In
un mondo governato dai mass media, in cui ci si può letteralmente
inventare una notizia ex-novo, in un mondo in cui vi è una sola
nazione che decide chi è “buono” e chi è “cattivo”, sarebbe
giusto condannare una persona per negazionismo se quest’ultima nega
una cosa che in realtà non esiste? Naturalmente no!
In
sintesi con l’approvazione di questo decreto si lede fortemente la
libertà d’espressione, a vantaggio della superpotenza che decide
qual è genocidio e quale no e chi è “giusto” e chi “cattivo”
in maniera arbitraria, senza che noi possiamo opporci, o, anche
semplicemente oramai affermare il contrario, cioè negare.
Questa
non è libertà. Questo è FASCISMO….
Arnoldo Folino
Arnoldo Folino
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