Sono
oramai giorni, che, nei media, non si fa altro che parlare di “baby
pensioni” e di anziani che percepiscono la pensione da più anni
rispetto a quanti ne abbiano fatti in realtà di lavoro.
Tutto
ciò è innegabile.
Ma
ritengo oltremodo sbagliato soffiare sul vento dello scontro sociale
e generazionale anziani/giovani.
Non
è sicuramente colpa degli anziani se sono potuti andare in pensione
con pochissimi anni di contributi.
La
legge glielo ha permesso.
E
non è sicuramente colpa degli anziani se il sistema pensionistico ha
i conti in rosso.
E
se fosse invece colpa della cattiva gestione della macchina statale?
E
se si volesse forse coprire tali fallimenti additando implicitamente
la colpa (?!) delle proprie incapacità agli anziani?
Dai
servizi televisivi, sembra quasi che gli anziani facciano bene a
morire… !
Tutto
ciò ha dell'assurdo.
Ed
ha come unico scopo quello di “proiettare” i propri fallimenti su
altre persone.
Questo
genere di refrain lo ritroviamo anche nella contrapposizione pensione
dipendente pubblico/pensione lavoratore autonomo e
nella contrapposizione tout court dipendente
pubblico/lavoratore autonomo.
È
forse colpa dei dipendenti pubblici se hanno pagato più contributi
dei lavoratori autonomi?
È
forse colpa dei dipendenti pubblici se hanno scelto una vita “senza
rischi”, accettando tuttavia, di fatto, anche la possibilità di
non essere eventualmente più ricchi di quello che potrebbero essere,
come probabilmente può capitare ad un lavoratore autonomo?
Naturalmente
no.
Eppure
anche in questo caso, da almeno 25 anni, si soffia per puri scopi
elettorali anche sul “vento” di questo “scontro sociale”.
Solo
per accennare, ad oggi, gli unici che fanno “girare l'economia”
sono proprio i pensionati ed i dipendenti pubblici.
Senza
il loro potere d'acquisto, i consumi sarebbero azzerati…
E
senza di loro, i tanto “amati” (?!) giovani sarebbero, nelle loro
famiglie, nei guai più grossi…
Ritengo
che tale modo di fare politica sia oltremodo populista.
D'altra
parte, intendiamoci, chi oggi non è populista?
La
totalità dei partiti in pratica lo è!
Ed
è dal lontano 1994 che tutti i partiti fanno a gara ad essere l'uno
più populista dell'altro, tutti cavalcando l'onda dell'antipolitica.
Ad
oggi, a ben vedere, non esiste un partito che non cavalchi
quest'onda.
Cavalcare
l'antipolitica serve, nella maggior parte dei casi, a nascondere i
propri fallimenti.
Quasi
tutti lo fanno per questo motivo.
E
poi c'è chi cavalca l'antipolitica, al contrario, per “veicolare”,
ahimè, la protesta in un “alveo non insurrezionale”!
In
pratica c'è chi cavalca l'antipolitica per “tenere buona la
protesta” ad un livello accettabile.
Ed
il loro voto è assolutamente “scientificamente congelato”.
La
protesta, così facendo, è, di fatto, “scientificamente
congelata”!
Lo
scopo ultimo, dei due tipi di antipolitica, è quello di
mantenere “scientificamente” lo status quo!
Perpetrare cioè un sistema
totalmente sballato e schizofrenico, antietico ed anticristiano per
eccellenza (per chi ci crede!), frutto della continua ricerca, per
pochi “eletti” (!?), di ricchezze assurde ed inutili, a fronte di
situazioni di disagio e povertà estreme per miliardi di persone.
Sta
a noi “contropinionisti” che facciamo controinformazione con la
giusta dose di “rabbia”, passione ed ironia, denunciare senza mai
fare antipolitica come vanno le cose scrivendo la “realtà nuda e
cruda”…
Arnoldo
Folino
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